Tenedle parla con "Scanner"
Luminal
Fa sempre piacere ascoltare un artista di casa nostra: il
piacere raddoppia se, alla prova del nove del secondo disco solista, le
promesse dell'esordio risultano felicemente mantenute e l'album addirittura
regala in più un composito quid di
sviluppo, crescita, ricchezza, ottime idee. E' questa la sensazione che si
avverte fin dal primo ascolto di Luminal, la nuova fatica
discografica del cantautore fiorentino Tenedle,
classe 1969, che aveva debuttato sulla scena musicale due anni fa con il
suggestivo Psicfreakblusbus. Esattamente come nel disco d'esordio, anche
stavolta siamo davanti ad un concept
in cui il Leitmotiv dichiarato fin
dal titolo è la follia, sintetizzata in una parola come luminal, che con precisione filologica le note di copertina
chiariscono trattarsi del "nome commerciale di un derivato dell'acido
barbiturico, usato come ipnotico antispastico, anti convulsione, narcotico".
Siffatta attenzione ai dettagli esteriori è una spia di quanto ci attende in Luminal,
un disco decisamente più 'rifinito' e messo a punto dal punto di vista sonoro a
confronto di Psicfreakblusbus, rispetto al quale si registra una decisa
impressione di crescita artistica, come se Tenedle
avesse preso maggior coscienza dei propri mezzi e non tema di misurarsi con
soggetti più difficili. Le dodici tracce di Luminal sono
caratterizzate dall'uso frequente di loops
elettronici e da quegli attacchi incisivi e compositi che avevamo ascoltato
anche nell'album di debutto: nel complesso si sentono ancora affiorare qua e
là, forti e chiari, i numi tutelari di riferimento di Tenedle, ovvero
Kraftwerk, Depeche Mode, Radiohead
e Beatles - il
cantautore fiorentino vanta peraltro una sorprendente somiglianza col John
Lennon prima maniera -. La scatola
apre il disco con un refrain
vagamente memore delle atmosfere del beatlesiano Magical Mistery Tour:
seguono poi in rapida progressione Molotov
Kid, la ballata di un personaggio sull'orlo della crisi di nervi nello
stressante mondo contemporaneo, quindi l'ipnotico piano di Schizoide, infine la notevole Prima
del suicidio, anticonsumistica ballata a pronta presa. Altro indiscutibile
picco di Luminal è Il più forte,
una ballata tesa ed ombrosa che non si dimentica. Degne di segnalazione anche Cose da non ricordare, la suggestiva Bibbie luminose e la sincopata ed
intrigante title track. Un disco da
consigliare, un
artista da tenere d'occhio, quindi, di cui si è già cominciato a parlare
fuori dai confini regionali, come conferma il recente premio della critica
assegnato a Tenedle dalla giuria
specializzata dell'edizione 2004 del Premio Nazionale Augusto Daolio Città di
Sulmona.
Tenedle, Luminal [Goodfellas/Pippola Music 2005]
Voto
7+