Brand new day
...all this time
Ultime notizie dalla galassia Sting : Gordon Matthew Sumner è vivo, sta bene e continua a non soffrire di crisi d'ispirazione, almeno stando a Brand new day , la sua ultima fatica discografica. In questo nuovo album c'è in rapida evoluzione tutto il passato (lontano e recente) dell'artista e le sue sperimentazioni musicali dell'ultima ora: accanto all'interesse dichiarato per il jazz e il pop (spesso ormai nell'accezione fusion), in Brand new day - che, tra l'altro, è stato parzialmente registrato proprio in Toscana, al Palagio, la tenuta di Sting a Figline Valdarno - l'attenzione del cantautore inglese si è rivolta verso il soul, comunque presente nel suo bagaglio cromosomico, e verso forme decisamente più desuete rispetto alla sua carriera , come il rap ed rai algerino, appunto. Il risultato è un bel disco, non il migliore in assoluto della discografia dell' ex Police - che, forse, per l'effetto spiazzante che ottenne all'uscita è proprio The dream of the blue turtles (1985), il suo esordio solista -, non il più personale - qui il riferimento obbligato è a ... Nothing like the sun, del 1987, dedicato alla madre - e forse, neppure il più innovativo - qui, per il richiamo letterario di fondo ai Racconti di Canterbury di Chaucer, è obbligatorio pensare a Ten Summoner's Tales (1993) - ma, cosa che più interessa l'ascoltatore abituale (ancor più l'occasionale), è che innegabilmente siamo davanti ad un grande album. Niente svolte fondamentali, niente manierismi, semplicemente ottima musica ed un paio di brani davvero di grande effetto, entrambi segnati dalla comune matrice soul, due canzoni di quelle da ascoltare e riascoltare fino a fondere il lettore CD: una è After the rain has fallen, contrassegnata da un ritmo contagioso e gioiosamente in crescendo d'intensità. L'altra è sicuramente Brand new day - la splendida title track, che ascoltiamo proprio alla fine della scaletta dei nove brani (più un preludio) del disco -, una canzone dall'ottica dichiaratamente soul, anche grazie al magico apporto dell'armonica di Stevie Wonder : qui l'alchimia interna che si instaura tra il tema musicale e il crescendo vocale di Sting è semplicemente irresistibile. L'album non presenta vuoti artistici né episodi poco significativi. Da segnalare sicuramente la classica malinconia che colora suggestivamente Thousand years, il pezzo d'apertura, l'inedita atmosfera arabeggiante di Desert rose, il curioso esperimento di bossa nova che contraddistingue Big lie shall world e l'originale contaminazione tra jazz e rai di Perfect love..gone wrong, godibile anche il country western - già sperimentato come genere negli ultimi tempi - in progressione verso un curioso gospel finale di Fill her up, col supporto vocale di James Taylor . Tra gli altri guest dell'album anche Cheb Mami e un amico di vecchia data come Branford Marsalis . Splendido disco. Sting, Brand New Day [A&M Records 1999]
Voto
8