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  26/04/2024 - 17:38

 

  home>musica > rock

Scanner - musica
 


Placebo
Whitout you I’m nothing
[Hut 1998]

 




                     di Paolo Boschi


Black Market Music
Whitout you I’m nothing


Contano i complimenti nel controverso mondo del rock? Sicuramente sì, se a consigliare questo gruppo multinazionale – e in tempi non sospetti, ben prima dell’uscita di Placebo, il loro album d’esordio (1996) – era nientemeno che David Bowie, seguito poi da Michael Stipe dei REM e Bono Vox degli U2. I Placebo sono un trio composto dal bassista svedese Stefan Olsdal, dal batterista inglese Steve Hewitt e da Brian Molko, americano emigrato in Lussemburgo e poi a Londra, cantante e chitarrista del gruppo, front-man indiscusso e ‘ambiguo’ nella miglior tradizione del glam rock. Whitout you I’m nothing propone una dozzina di brani che si conformano come un conglomerato musicale che attinge a piene mani dal Bowie ‘antico’ – quello tra fine anni Sessanta ed inizio Settanta –, da certe sonorità ombrose degli Smiths, da spunti distorti stile Pet Shop Boys – la voce di Molko tra l’altro ricorda non poco quella di Neil Tennant – ed infine da difficoltà semantiche caratteristiche dei primi REM. Una terra di nessuno teoricamente senza identità musicali precise ma con un gran bel sound, ‘sporco’ e spiazzante a tratti, contemplativo in altri momenti, vagamente acido e visionario in altri ancora. Nel disco spiccano il sincopatissimo singolo d’apertura (Pure morning) e la suggestiva title track. Si tratta di un album a due anime, perfettamente inquadrato nella filosofia mentale del gruppo: atipiche ballate a presa diretta (vedi My sweet prince o la tenera Burger queen) alternati a pezzi più movimentati (come Every you every me, Scared of girls o You don’t care about us). Da un gruppo senza riferimenti geografici come i Placebo un album come questo era perfettamente logico attenderselo: Whitout you I’m nothing risulta frammentario, spesso privo di una direzione precisa ma, e questo è un motivo per cui consigliarne l’ascolto, affascinante e nichilista, malinconico ed intrigante al tempo stesso. L’essere difficilmente collocabili e indefiniti quasi per statuto può diventare per i Placebo il biglietto da visita vincente, l’originalità dell’essere privi di un marchio di origine musicale controllata.

Placebo, Whitout you I’m nothing [Hut 1998]

Voto 7 

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