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  04/05/2024 - 06:33

 

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Scanner - musica
 


Lenny Kravitz 2001
Lenny
Il sesto album di studio dell'artista newyorchese
[Virgin 2001]

 




                     di Paolo Boschi


Lenny - 2001
Greatest Hits - 2000


Sono dodici i pezzi complessivi di Lenny, sesto album in carriera per il trentasettenne compositore newyorkese dopo il Greatest Hits celebrativo - con l'immancabile inedito, Again che originariamente avrebbe dovuto far parte di questo disco - che Lenny Kravitz ha pubblicato a fine 2000 ottenendo un notevole riscontro di vendite (otto milioni di copie in tutto il mondo). Come di consueto anche in Lenny l'autore, sex symbol di colore per definizione - ricordiamo almeno i flirts attribuitigli con Madonna, Kylie Minogue, Natalie Imbruglia, Vanessa Paradis e molte altre -, continua a proporsi nella triplice veste di compositore, cantante e polistrumentista. Il ruvido ma svagato rock di Battlefield of love funge da apripista all'album e prelude al sound più pieno e confusionale di If I could fall in love. La prima ballad della tracklist è Yesterday is gone (my dear Kay), un brano vagamente malinconico ma mai banale che costituisce un dittico con la successiva Stilness of heart, dall'impronta comunque più graffiante. Believe in me è segnato da un attacco 'elettronico', cupo ma non molto convincente. Discorso completamente diverso per Pay to play, pezzo decisamente più ritmato e davvero contagioso nelle sue screziature soul rock. Il brano più intrigante dell'album arriva a metà della tracklist: trattasi nel dettaglio di A million miles away, una delicata (e deliziosa) ballata su base chitarristica. Buono anche il sound rockeggiante di God save us all, per quanto non troppo originale. Dig in è la canzone più sincopata di Lenny, quella più spostata sul versante hard rock puro: Lenny Kravitz rinfresca un genere che in carriera ha portato at his best nell'adrenalitica Are you gonna go my way, il brano più hendrixiano mai interpretato dall'artista newyorchese. Spazio per il sentimento e la dissolvenza in You were in my heart, una ballata all'ultima moda elettronica che passa via alla svelta e la voce di Kravitz illumina solo a sprazzi. Bank robber man è semplicemente una deliziosa bomba di punk rock lanciata giusto prima della fine: ritmo ai massimi livelli per un pezzo dichiaratamente d'intrattenimento ma felicemente grintoso, ispirato peraltro all'arresto di Kravitz qualche mese fa a Miami, un errore giudiziario che è divenuto fonte d'ispirazione musicale. Ottimo anche Let's get high, il pezzo che chiude il discorso per questa volta: ancora un rock lento in crescendo d'intensità emotiva. Un album di ottimo livello complessivo in cui Kravitz racconta se stesso mettendosi a nudo e muovendosi sulla sottile linea rossa che divide il rock dal pop, con l'amore o la grinta utilizzati di volta in volta come collante privilegiato. E non potrebbe essere altrimenti perché, oggi come sempre, i miti di riferimento privilegiati di Lenny Kravitz continuano ad essere Jimi Hendrix e John Lennon.

Lenny Kravitz, Lenny [Virgin 2001]

Voto 7 ½ 

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