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  26/04/2024 - 07:00

 

  home>musica > rock_pop

Scanner - musica
 


Jennifer Lopez
J.Lo
[Epic/Sony 2001]
Ballando con Jennifer...

 




                     di Paolo Boschi


On the 6
J.Lo


Ecco a voi il variopinto secondo album della cantante ed attrice newyorchese, nata nel Bronx da genitori portoricani nel 1970: trent'anni portati con splendente glamour e un'inconfondibile silhouette ormai entrata nell'immaginario collettivo mondiale, sia grazie ad una manciata di pellicole interpretate spesso con sbarazzina sensualità, sia in ragione delle conturbanti coreografie che hanno contrappuntato le performances canore dei suoi video e delle sue uscite live. J.Lo, secondo album in carriera, dal titolo ispirato al soprannome dell'autrice, conferma in pieno le attese della vigilia, almeno sul versante delle charts, un po' meno a livello musicale, anche se i tanti fans delle multiformi manifestazioni della Lopez sparsi a go go per tutto il globo saranno comunque lieti. Però è doveroso precisare che gli auspici del caso erano sconfortanti: per dirla tutta On the 6, il disco d'esordio, nonostante abbia venduto circa sei (guarda caso...) milioni di copie, non era affatto memorabile. Ma su un punto non c'è dubbio alcuno: molti acquisteranno J.Lo e lo ameranno alla follia indipendentemente dalla musica, magari gustando il surplus estetizzante delle foto del booklet, in cui Jennifer Lopez spolvera all'ennesima potenza il suo indiscutibile appeal latino, o forse ascoltando i brani ricollegandoli mentalmente alle immagini dei video estratti dall'album: basti pensare in tal senso al primo, incentrato per un 10% sul singolo Love don't cost a thing e per il 90% sull'incomparabile silhoutte della Lopez, in particolare sul dettaglio anatomico che l'ha resa una star, i suoi leggendari glutei ripresi con sterminata dovizia di inquadrature. Tornando al discorso più prettamente critico, J.Lo rispetto a On the 6 mostra l'aumentato impegno della Lopez sul versante compositivo - ben sette dei quindici brani della scaletta portano la sua firma -, riproponendo in fondo lo stesso cocktail a base di latinoamericano, pop, dance e ballate. Si comincia con la soft disco latineggiante del sopracitato singolo apripista, poi si passa ad I'm real (e si vede...), una canzoncina pop (fin troppo) accostabile al periodo verde della Carey, quindi a Play, dotato di inaspettati e contagiosi arrangiamenti electrofunk alla Madonna ultima maniera. Si ritorna alla dimensione latina con il dittico costituito dalla (scontatissima) Ain't it funny e dall'intrigante salsa di Cariño, forse il brano più 'carino' dell'intero album. A ruota arrivano le suadenti note di Come over (ad alto tasso di glucosio), variate dalla successiva We gotta talk, ancora un esempio di pop latineggiante ma non troppo. La seconda parte dell'album prosegue su questa falsa traccia: vale la pena di segnalare Secretly, dove la vocina di Jennifer ci ammalia con incomparabile dolcezza. Qualche raggio di originalità infrange il livello medio dell'album nella triplice chiusa su falso registro ovviamente latino: dall'interessante gioco di contaminazione di That's the way, passando per il contagioso duetto di Dame, ed infine approdando alla discreta Si yá se acabó, malinconico epilogo del disco. Si tratta di un album che nel complesso non si distacca dalle logiche commerciali e privo di idee innovative: Jennifer non ha l'ugula della Estefan, i suoi brani latini non sono accattivanti e ballabili come quelli di Ricky Martin, né di tendenza come quelli che Madonna è sempre riuscita a proporre ad ogni cambio di moda, non sono zuccherosi come il repertorio di Britney Spears. Ma è la sua icona che in questo momento travalica tutto il resto, e ringraziamola per averci proposto un album tranquillo ed onesto nella sua normalità, che in fondo testimonia la sua crescita musicale. E' Jennifer Lopez, ed è troppo bella per non ascoltarla cantare o guardarla ballare...

Jennifer Lopez, J.Lo [Epic/Sony 2001]

Voto 6˝ 

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