Sinkronized
A Funk Odissey
Fin dal primo ascolto Sinkronized ripropone i soliti Jamiroquai di sempre. In fondo, perché cambiare il sound che ha fatto vedere al gruppo inglese camionate di dischi? Sempre funky, molto bianco, molto aperto alle contaminazioni con i generi naturalmente collaterali - soprattutto lampi di rap e hip hop, oltre ad azzeccati squarci di rhythm'n'blues -. In primo piano, al solito, Jay Kay, il cantante e autore della maggior parte dei pezzi del repertorio dei Jamiroquai - oltre che accanito acquirente di Ferrari -. Synkronized è un album che non sfigura neanche accanto al miglior disco (finora) del repertorio del gruppo, quel Travelling without moving che tre anni fa fece loro vincere perfino un Grammy. L'album è composto in totale di dieci brani inediti più una bonus track decisamente appetitosa per i fan della band inglese, l'ombrosa Deeper underground, una delle poche canzoni ad emergere dal complessivo flop del kolossal Godzilla. Tra i pezzi nuovi va segnalato d'obbligo il singolo apripista Canned heat, un irresistibile brano dance; solidamente inquadrata nella tradizione musicale del gruppo la successiva Planet home. Con il terzo brano le cose cambiano: perché Black capricorn day è un pezzo da sentire e risentire, un irresistibile funky arrangiato su base soul, molto ballabile, probabilmente l'episodio migliore del disco. Disco che comunque non si abbassa mai di tono nel susseguirsi delle canzoni: dei brani restanti vi segnaliamo senz'altro Where do we go from here? e la splendida King for a day. Se non avete mai ascoltato i Jamiroquai, questo disco è l'occasione giusta per iniziare.
Jamiroquai, Sinkronized [Sony 1999]
Voto
7