partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


La Chica
La Loba in concerto
Amaro Freitas
Il nuovo jazz brasiliano
Salmo
Flop Tour 2022
Gianni Maroccolo
Alone not alone
Luciano Ligabue
Liga Rock Park
Carmen Consoli e Le Brigitte
Festa Europea della Musica 2016
Brian May & Kerry Ellis
One Voice The Tour
Jovanotti
Lorenzo negli Stadi 2015
Brit Floyd
Tour P-U-L-S-E 2013
David Byrne & St. Vincent live
Love This Giant tour 2013

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  29/03/2024 - 00:55

 

  home>musica > concerti

Scanner - musica
 


Cousteau
Italian tour 2001
L’amore non ascolta, la vita non ha tempo
Cavalcando un’estetica musicale

 




                     di Riccardo Ventrella


Sirena - Recensione
Sirena - Presentazione
Cousteau
Cousteau in tour 2001


Sarà l’ondeggiare della ciliegina nel manhattan, o la piacevole oscurità di locali fumosi ove indossare impeccabili completi di Costume National. Ma è tornata l’epoca degli swingers, giovani impenitenti amanti della bella vita e del bello stile, di avvenenti fanciulle con fruscianti vestiti e musica placida e piacevole. Dall’Auditorium Flog di Firenze sono arrivati finalmente in concerto sabato 3 novembre 2001, dopo l'esibizione estiva di Arezzo Wave, i Cousteau, band-manifesto di questo movimento di bon-vivants. Iniziato forse proprio con Swingers, il cult-movie di Doug Liman interpretato da Jon Favreau e Vince Vaughn che ha imposto nuovamente la dolce vita come stile di comportamento. Cavalcando un’estetica musicale pronta a riscoprire i compositori più easy, il bachelor pop e Burt Bacharach: ondata di mondanità che ha dato, tra gli altri, nuova vita ai Pulp di Jarvis Cocker, e ha scatenato un intera falange di electromusicisti, Thievery Corporation in testa. I Cousteau, emersi d’improvviso dopo che il loro album d’esordio per un anno era passato inosservato, hanno raccolto pur nelle sostanziale diversità stilistica ciò che i Combustible Edison non avevano raccolto all’inizio dei novanta, quando si erano presentati come primi alfieri della space-age revenge. La ricetta dei Cousteau è piuttosto semplice: melodie sofisticate ma piuttosto orecchiabili, confezione jazzy, ispirazione malinconico-autunnale, venature à la Bowie del cantante Liam McKahey. La colonna sonora più adatta per la lettura di un numero di Vogue, o per un approccio lounge. Motore dell’intero progetto è l’australiano Davey Ray Moor, già brevemente nei Church, trasferito a Londra come pianista di piano bar di poche speranze e salvato dal successo arriso alla band. Che prende il proprio nome da quello dell’esploratore marino francese. Non parlate loro di Burt Bacharach, per non farli infuriare. Piuttosto, considerate che hanno regalato un pezzo alla compilation-tributo a Tim Buckley. Dunque accomodatevi, e ascoltate.

Voto 7 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner