Un concerto fuori dagli schemi anticipa la rassegna Mixité, dedicata alle voci e ai suoni più innovativi del panorama contemporaneo. Protagonista a Firenze Amaro Freitas, il giovane pianista, classe 1991, che, dopo una gavetta nei bassifondi della città costiera Recife, nello stato del Pernambuco, nel nord-est del Brasile, si sta rivelando una nuova icona del jazz internazionale. Freitas, è davvero un nascente punto di riferimento del jazz carioca e ha lavorato instancabilmente per diventare l’artista che è oggi. Lo confermerà nel concerto per piano solo che vedrà l’artista, classe 1991, protagonista domenica 26 marzo alle 19 al PARC Performing Arts Research Centre di Firenze (piazzale delle Cascine 4/5/7). L’evento targato Toscana Produzione Musica punta i fari sulla ricerca che Amaro Freitas, attua attraverso lo stravolgimento dell’esplorazione della tradizione ritmica e musicale del Brasile, proiettandola verso altre intense sperimentazioni e innestando un approccio percussivo al suo strumento che fa riferimento al suono dei suoi idoli giovanili (da Chick Corea a Thelonius Monk, a Gonzalo Rubalcaba) e strizza l’occhio al sound spezzettato e minimalista dei trii del nord Europa, quanto ai ritmi tradizionali brasiliani del non est, come il maracatu afro-brasiliano, al samba e alla frenesia del frevo e del baião.
Ritmi ben in evidenza nelle eccellenti prove discografiche di Freitas, che nel 2016 con un fantastico “Sangue Negro”, l’album di debutto autoprodotto, attraversava trasversalmente il minimalismo, il bebop, l’afrojazz, il samba e il frevo. Con i dischi successivi “Rasif” (2018) e Sankofa (2021), probabilmente il suo lavoro più sincero per l’etichetta britannica Far Out Recording, Amaro si è poi guadagnato un ampio seguito per la complessità ritmico - armonica delle sue intense composizioni e la sua maturità, nonostante la giovane età, nel saper conciliare gli elementi più disparati in un caleidoscopio espressivo davvero coinvolgente. Una caratteristica, questa, che emerge ancor più nella dimensione del solo, che tende a liberarsi dalle forme esistenti per spaziare trasversalmente da reminiscenze dello stride jazz di Art Tatum all’impressionismo di Erik Satie, dall’Africa ancestrale alle rarefazioni percussive del piano preparato di Cage.
“Ho lavorato per cercare di capire i miei antenati – racconta Freitas – il mio posto, la mia storia, come uomo di colore. Il Brasile non ci ha detto la verità sul Brasile. La storia dei neri prima della schiavitù è ricca di antiche filosofie. Comprendendo la storia e la forza della nostra gente, si può iniziare a capire da dove vengono i nostri sogni e desideri”.
Riconosciuto dal Ministero della Cultura per il 2022-2024, Toscana Produzione Musica è sistema di residenze artistiche, sostegno per il dialogo tra musica e arti dello spettacolo oltre che per la circuitazione e distribuzione, con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze del territorio tenendo lo sguardo rivolto alle sonorità del mondo. Un ente diffuso, con il PARC di Firenze quale campo base in asse con la Città del teatro di Cascina (Pisa), per promuovere una visione artistica aperta e costruttiva e portare nuovo ossigeno a un panorama infragilito dagli anni della pandemia, mantenendo quale elemento fondamentale l’alto livello qualitativo delle produzioni e il rapporto tra eccellenza della forma e profondità delle idee e dei valori intrinsechi nei singoli progetti.
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