L’artista e songwriter franco venezuelana La Chica è protagonista domenica 17 marzo 2024 alle 19 al PARC Performing Arts Research Centre di Firenze (piazzale delle Cascine 4/5/7) nell’ambito della terza edizione di Mixité – Suoni e voci di culture antiche e attuali, la rassegna di Toscana Produzione Musica (TPM), centro di produzione musicale con lo sguardo rivolto alle sonorità del mondo, Stavolta lo sguardo spazia dall'America Latina piena di magia al quartiere Belleville di Parigi e al suo spazio multiculturale, urbano. A connettere i due mondi ci pensa Sophie Fustec, alias La Chica che si esibisce a Firenze per un’unica data italiana in cui condividerà le sue intriganti sonorità, soprattutto quelle dell’ultimo album “La Loba”, un lavoro intimo, che scava tra lutto, femminismo, rabbia e poesia. Un autentico clash sonoro che spazia dai beat hip-hop a Debussy, dai ritmi afrocaraibici al doo-wop. Una performance condotta con istrionismo con note create al piano e alle tastiere, un universo di suoni che La Chica crea mischiando ispirazioni classiche con la profondità di strati aerei di synth analogici. Dedicato al fratello scomparso, “La Loba” è un viaggio attraverso stati emotivi dalla rabbia alla tristezza infinita, fino all'amore supremo e all'illuminazione.
Il progetto La Chica nasce nel 2015. "Avevo bisogno di tirare fuori dal corpo i miei sentimenti anche per motivi di salute mentale" racconta Sophie. E proprio questo è “La Loba”: un tributo sonoro e un rituale di definitivo distacco dal fratello, che ricorda come “compagno di strada e nell'arte”, oltre che un lavoro intimamente connesso con gli elementi della natura. La traccia che dà il titolo all'album richiama il potere ancestrale delle donne. “È un grido di energia e forza per connetterci al nostro lato selvaggio, alla nostra natura. Abbiamo il potere di rinascere e vivere. Dedico quella canzone a tutte le donne che sono state distrutte da una società e da un sistema che non è pensato per noi da nessun punto di vista”. È una canzone apertamente femminista, e Sophie l'ha creata pensando alla leggenda della Loba (in spagnolo “lupa”), della raccoglitrice di ossa. “È una storia che amo molto perché mostra che una donna viene chiamata “strega” quando possiede un potere che gli uomini non capiscono, e per via di questo potere spaventoso viene tenuta distante dalla società, emarginata. “La Loba” raccoglie le ossa dei lupi sui sentieri di montagna e nei letti prosciugati dei fiumi fino a ricomporne lo scheletro intero. A quel punto, cantando sulle ossa il suo canto sacro, ridà loro la vita”.
Il percorso di Mixité continua fino a giugno con Naïssam Jalal, flautista franco-siriana con un repertorio al crocevia tra musica mistica medio orientale e jazz (24/3); “Soma”, collaborazione tra Peppe Frana, Masih Karimi e Ciro Montanari ispirata ai linguaggi sonori di Kurdistan e Persia (7/4); Nadir Trio: Ares Tavolazzi, Elias Nardi e Emanuele Le Pera in un viaggio tra le melodie del repertorio arabo-ottomano (14/4); Eric Mingus, figlio del leggendario Charles, insieme a Silvia Bolognesi per un tributo in prima mondiale a un altro mito della musica, Gil Scott-Heron, a cura di TPM (28/4); Tartit, formazione tuareg nata in un campo profughi del Burkina Faso e capitanata dall’attivista maliana Fadimata Wallet Oumar (23/5); la flautista Top Jazz Mariasole De Pascali in un solo col respiro di un microcosmo poetico (26/5); ancora una prima firmata Toscana Produzione Musica col contrabbassista già vincitore del Premio Tomorrow’s Jazz Michelangelo Scandroglio alla testa del progetto “The iron way”: quattro musicisti da Italia e Regno Unito per tracciare una connessione tra la Maremma Toscana e Londra (31/5); Etran de l’ Aïr, band desert blues che dalle strade di Agadez porta in Europa il suo sound raffinato e potente (2/6).
Info e ingressi:
www.toscanaproduzionemusica.it
Voto
7½
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