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  29/03/2024 - 14:54

 

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Scanner - musica
 


R.E.M.
Up
[Warner Bros 1998]

 




                     di Paolo Boschi


Up
Reveal


Dopo la defezione, purtroppo per motivi di salute, del batterista Bill Berry, i R.E.M. sono rimasti in tre elementi, con la sezione ritmica drasticamente rimaneggiata ed il solo apporto della batteria elettronica o di occasionali session men: Up costituisce dunque il primo episodio del nuovo corso della band di Athens, Georgia, una tappa meditativa e quasi obbligatoriamente interlocutoria. Nonostante Michael Stipe abbia dichiarato di nutrire qualche dubbio nel riconoscersi nella forzata condizione di trio, la musica dei R.E.M. non sembra averne comunque risentito: anzi, dopo lo scarso apprezzamento da parte del pubblico di New adventures in hi-fi, questo album segna il recupero delle sonorità congenite al bagaglio 'cromosomico' della band di Athens (leggi folk rock, acid e rock 'puro'). Per il resto la vena di songwriter di Stipe si conferma copiosa (e complessa) come sempre, e lo stesso si può dire anche della sua voce, di volta in volta adattabile alle più svariate esigenze musicali del gruppo. Up comprende in totale quattordici brani: particolarmente interessante è il corpo centrale dell’album, quasi un concept interno al disco stesso, una ragnatela sonora che ruota intorno alla voce pensosa, malinconica ed umbratile dell’indiscusso front man della band – dall'intensa Hope fino all'ombrosa Parakeet, con memorabili momenti in mezzo, come The apologist o la splendida Daysleeper –. Una sequenza dai livelli davvero altissimi, che non esaurisce comunque un album del tutto privo di pezzi riempitivi: infatti con la superba Lotus Stipe, Mills e Buck regalano ai fans degli esordi una parentesi rock di quelle destinate a durare nel tempo, marcata da un incisivo riff di chitarra. Nel complesso un grande album, sbocciato quasi per caso nel momento più anomalo della lunga storia dei R.E.M.

R.E.M., Up [Warner Bros 1998]

Voto 7½ 

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