Led Zeppelin - 40 Anniversario Physical Graffiti, 2015
Led Zeppelin - Celebration Day, 2012
Led Zeppelin -
Mothership, 2007
Robert Plant & Alison Krauss - Raising Sand, 2008
Led Zeppelin - Early days, 1999
In occasione della pubblicazione di Celebration Day, che dal 20 novembre 2012 storicizza su etichetta Swan Song/Atlantic il mitico concerto della reunion del 2007 dei Led Zeppelin alla 02 Arena di Londra. Facciamo un passo indietro alla ricerca di un altro album, questa volta realizzato in studio, da un altro nume tutelare di riferimento dell’hard rock, nonché voce storica e fondatore del gruppo inglese.
Robert Plant da Bromwich, classe 1948, che qualche anno fa ha realizzato un album davvero
interessante con Alison Krauss<, l’affermata principessa del
bluegrass, genere che ha contribuito a rilanciare negli States e che le ha meritato
qualcosa come venti premi Grammy. Con la galeotta produzione del grande T-Bone
Burnett, il dotto assemblatore delle colonne sonore di O brother where art thou? e Walk the line, Robert Plant e Alison Krauss si sono ritrovati insieme in sala d’incisione davanti ad un microfono con una tracklist di tredici delizie musicali da interpretare con sommo equilibrio, ovvero senza sovrapporsi né ricercare il duetto sensazionale a tutti i costi. Ne è venuto fuori un disco
capace di saltare nel tempo e nello spazio da un luogo all’altro, da New Orleans fino ai Monti Appalachi, dai profondi anni Cinquanta fino all’altro ieri – nella scaletta c’è perfino Please read the letter, un pezzo ripreso da Walking into Clarksdale, che Plant realizzò nel 1998 con Jimmy Page, il compare del Dirigibile, oppure Sister Rosetta goes before us, un brano fuori dal tempo composto da Sam Phillips, l’ex signora Burnett. Il viaggio prende avvio con le sonorità ipnotiche e blueseggianti di Rich Woman e si conclude con l’essenzialità georgica di Your long journey. In mezzo i due strani compagni di viaggio ci propinano varie meraviglie: la dolcissima Killing the blues, una canzone in punta di piedi – semplicemente insostenibile – come Polly come home, uno scatenato rockabilly come Gone, gone, gone, l’ombrosa Through the morning, through the night, l’epica e spettrale Trampled rose,
la sincopatissima Fortune Teller, la struggente Stick with me baby, l’avvolgente Nothin ed infine
l’esplosione bluesgrass di Let your loss be your lesson. Questo Raising Sand è
l’album celebrativo di uno di quegli incontri irripetibili che non ti immagineresti mai, e che dunque sarebbe assolutamente inaccettabile
perdersi. Assolutamente da provare e consigliare…
Robert Plant & Alison Krauss, Raising Sand [Rounder 2008]
Voto
7 +