Ormai giunta al decimo anno di carriera, con sole
trentatré primavere sulle sue esili spalle, Miss
Jones deve aver definitivamente realizzato che l'incredibile exploit del suo
esordio del 2002 con Come Away With Me (bestseller da venticinque milioni di copie) resterà irripetibile. Quel che è incoraggiante è che non sembri farsene un problema e continui tranquillamente a sperimentare ad ogni nuova uscita discografica, oltre che a seguire progetti paralleli come quello dei Little Willies. Con Little Broken
Heart Norah Jones ha deciso di affidarsi a Brian Burton alias Danger Mouse, che le ha cucito addosso un pop raffinato, d'atmosfera e aperto a divagazioni elettroniche, svincolando la giovane cantautrice newyorchese
dall'orientamento marcatamente jazzato della sua
prima produzione. Ne è venuto fuori un disco di dodici canzoni che parlano di
cadute e di rinascite, di amori e di tradimenti, canzoni che dal punto di vista
musicale sono costruite sugli arpeggi incrociati di due chitarre, giocate su sonorità eleganti e vagamente retro. Le note più liete sono le interpretazioni dell'artista americana, impeccabili e morbidamente sensuali. Il disco non è un capolavoro ma le canzoni si lasciano
tutte gradevolmente ascoltare, alcune gradevolmente improntate ad un gioco di rimandi cinematografici, come la title track, 4 Broken Hearts e All A Dream, che sembrano uscite da una strana terra di mezzo tra un film di
Tarantino e una pellicola di spionaggio. Tra i brani più significativi di questa nuova accattivante versione di Norah Jones sono degni di menzione sicuramente la ritmata Say Goodbye,
il singolo Happy Pils (dove ricorda non poco lo stile sofisticato di Shirley Manson dei Garbage) e la folkeggiante Out On The Road: tre canzoni ovattate, godibili e leggere come un fiocco di neve. Assolutamente da segnalare per la
leggerezza anche Miriam, soave sul fronte musicale e un po' più inquietante su quello narrativo, ma si tratta di un gioco a partire dalla copertina, dove Norah Jones appare truccata come una delle eroine di Russ Meyer. Provate per sorprendervi, insomma: ne vale la pena.
Norah Jones, Little Broken Heart [Blue Note 2012]
Voto
8