Per l’anagrafe si chiama Adele Adkins, in arte semplicemente Adele. Nata a Londra nel 1988, fin da piccola
ama appassionatamente la musica soul (ed Etta James in particolare) e desidera semplicemente sfondare come cantante. Ci riesce
vivendo una sorta di favola contemporanea: dopo il diploma inizia a pubblicare
la sua musica su MySpace destando un grande interesse di pubblico e meritandosi inviti a vari show
televisivi britannici, acquista così maggior notorietà, firma un contratto
discografico ed incide 19, un album che le è valso il Grammy 2009 come miglior esordiente. L’attesa prova seconda è arrivata nel 2011
con 21 (da cui potremmo desumere che ogni suo disco avrà la sua età come
titolo) ed ha felicemente confermato tutto quanto di buono si era intravisto
nel disco di debutto. Come in 19 anche al centro di 21 figura un sound molto old style, a mezzo tra Duffy
e Amy Winehouse.
La tracklist assortisce complessivamente undici
tracce e non presenta punti deboli. Si comincia con il solido singolo di lancio Rolling in the deep, una tambureggiante ballata rock blues di rara intensità. Si continua con le spezzature della sulfurea Rumour has it e quindi si rallenta ad arte con l’emozionante Turning tables, non originalissima ma a pronta presa, intensa almeno quanto la successiva Don’t you remember, altra ballatona di grande effetto. Si resta su questa linea anche nelle due ballate
seguenti (Set fire to the rain e He won’t go), poi arriva una perla di categoria superiore come
Take it all, davvero intensa e ravvivata da fiammate gospel. A ruota segue I’ll be waiting,
un altro soul davvero irresistibile. Nella coda One and only si segnala per la superba performance vocale, Lovesong per quanto è struggente e Someone like you perché sembra davvero sofferta sulla propria pelle. Che dire? 21 è un disco che cattura al primo ascolto e lascia presagire nuovi magnifici sviluppi
artistici. Vivamente consigliato.
Adele, 21, [XL Recordings 2011]
Voto
8
|
![Invia Ad Un Amico](../include/images/invia_amico.gif) |
|