La rassegna International Visual Theatre 2006
Familie Flöz: Teatro Delusio
Flöz Production: Ristorante Immortale
La rassegna Vedere l'invisibile 2003
Rossotiziano: 32 Mq Di Mare Circa
Chissà cosa pensava un artista nella seconda metà degli anni '60? Un'idea molto precisa e azzeccata sull'argomento ce la forniscono i Rossotiziano che, con lo spettacolo 32 Mq Di Mare Circa esplorano la vita (in particolare gli ultimi giorni) dello scultore, pittore, insomma artista a tutto campo Pino Pascali. Lo spettacolo, in scena al Teatro Di Rifredi sabato 1 marzo 2003, è il terzo appuntamento della rassegna di spettacoli 'Fuori Circuito" Vedere l'invisibile, Palcoscenici per giovani platee, organizzata dalla Fondazione Toscana Spettacolo, con la collaborazione del Comune di Firenze, del Teatro di Rifredi e del Teatro Cantiere Florida.
Solo in scena, Massimo Zordan riesce a meraviglia a ricreare in questo spettacolo per la regia di Francesco Saponaro, la figura di Giuseppe "Pino" Pascali, ma anche i tormenti, le aspirazioni, i dubbi e le prospettive di un mondo culturale che si apprestava a essere spazzato (e messo in crisi) dal vento caldo del 68. Pino Pascali è già avanti rispetto ai suoi contemporanei, ma per creare si guarda indietro. L'ispirazione arriva spesso scrutando nei suoi ricordi del mare della costa pugliese, passando in rassegna le emozioni del suo soggiorno romano: il rapporto con gli altri artisti, la fantasia messa a dura prova dal presente, già di per sé in continuo cambiamento. 32 mq di mare circa dei Rossotiziano elabora le riflessioni raccolte in una intervista a Pascali da Carla Lonzi. Nello studio di questo fantastico artista che tutt'oggi ricordiamo con ammirazione, ma anche con simpatia (cosa strana nell'arte contemporanea) si sedimentano memorie, fonde momenti di speculazione filosofica con momenti di slancio creativo, si confronta con una Biennale di Venezia Arte frastornata dalla contestazione. Code di balena, il mare, i missili, le ari, che sembrano giocattoli, i frutti esotici, le prime evoluzioni nell'arte povera ci fanno ricordare quell'artista, morto in quel periodo, in una folle corsa a 200 all'ora in moto, mentre ritrova il suo mare e il senso della sua creazione nei riverberi dell'acqua costretta in recipienti di zinco. I blu di Pascali vengono percorsi da segni cancellati, poi ridisegnati, come una realtà che si reinventa costantemente, lasciando comunque graffi, segni. Un mare frammentato in pozzanghere, come le saline, come la sua vita, che si frammenta in emozioni, forti, ironiche, sprezzanti eppure intime, come una creazione ben fatta, come una serie di invenzioni che diventano arte. Un crogiolo che fa pensare alla fine degli anni Sessanta e, per contrasto, all'ermetismo contemporaneo. I Rossotiziano (e quindi Pascali) ci propongono insomma una visione ludica, ma anche variegata, possibile, decifrabile, dell'arte. Un mondo da conquistare giorno per giorno, nella lotta continua in cui l'espressione artistica può essere ancora e, nonostante tutto si esprime come simbolo e veicolo di un'emancipazione - lettura del quotidiano e delle nostre proiezioni più vere. E intense.
Voto
7