Berliner Blues di Giovanni Bogani
Peter Greenaway di Giovanni Bogani
Blu di Giovanni Bogani
“Non sono un critico letterario, ma mi sembra che Giovanni sia un esploratore, un
esploratore delle parole. Mi sembra che nei suoi romanzi
racconti emozioni, con atmosfere cinematografiche, con un piede in
Godard e uno in Antonioni”. Il
critico letterario “atipico” è Carlo Verdone, che parla così di
“Berliner Blues”, il libro che presenterà il 9
dicembre 2004 alla libreria Fahrenheit 451 di Campo de’ Fiori a Roma.
Eclettico
e sensibile scrittore, ma anche puntuale critico
cinematografico, Giovanni Bogani esprime nel suo
scrivere uno sguardo attento e curioso sulla società contemporanea. Ne sono prova gli articoli redatti con passione per il
quotidiano La Nazione, come questo suo terzo romanzo. I precedenti, “L.”
e “Blu”, hanno stabilito un felice rapporto con i lettori. E
con il romanzo “Berliner Blues”, Bogani va oltre, raccontando la sua Berlino,
vent’anni di una Berlino capitale d’Europa, e decine di incontri con personaggi che hanno una caratteristica in
comune: anche se tutti vivono a Berlino, nessuno di loro vi è nato.
Ma torniamo a dare la parola a Verdone, nell’insolita veste di critico letterario: “Quello
che colpisce nei suoi racconti è la musicalità - prosegue Verdone -. Bogani conosce le parole e le usa come note di una partitura.
Allo stesso tempo usa la penna come se fosse una telecamera, analizzando,
scrutando, indugiando su corpi e sensazioni, esplorando luoghi. E tutto questo, in una continua febbrile ricerca di qualcosa.
Luca, il suo personaggio alter ego, è continuamente alla
ricerca, è avido di sensazioni. ‘Berliner
Blues’ è un romanzo di viaggio, e dunque anche di
fuga, di fuga da se stessi. Luca sceglie di fuggire in una città come Berlino,
che dopo la caduta del Muro è esplosa in tantissimi caffè, locali: migliaia di
ragazzi confluiti lì… Bogani coglie queste atmosfere,
questa vitalità, con un tocco quasi da reporter. La sua è una cantata
berlinese, giocata sul filo della libertà irresponsabile dell’emozione. Perché
Luca continuamente si innamora, accarezza il caos
dell’esistenza, cerca continuamente se stesso negli altri”.
Il volume, edito da Edimond,
presenta anche 150 fotografie, scattate da Bogani negli stessi luoghi in cui è ambientato
il romanzo.
L’introduzione è firmata dal regista tedesco Wim Wenders. E’ la prima volta che il cineasta,
vincitore della Palma d’Oro a Cannes, accetta di scrivere l’introduzione ad un
romanzo. Siamo contenti l’abbia fatto per questo "Berliner
Blues" che racconta Berlino come una canzone che sottolinea da
un capitolo all’altro, gli anni ’80, le strade da cui era appena passata Christiane F. con i suoi quindici
anni, e le case occupate, i letti sistemati su piattaforme di legno, i cani
lupo che scivolano in quei dormitori rivoluzionari e alternativi. E poi gli
anni ’90, il Muro crollato, i Mondiali che la Germania
vince e celebra una notte di giugno tra fiumi di birra, e le bandiere del Reich tenute alte sopra la testa. E
il nuovo millennio, il futuro in vetrocemento. Una città divisa, scissa come il nostro
tempo, separata come
lo sono, sempre, gli uomini. Berlino città simbolo, specchio di
ogni divisione, Berlino città siamese. Da una parte, il mondo in bianco
e nero, l’Est. Dall’altra, l’Ovest scintillante, colorato, con i prezzi di ogni cosa. Una città frantumata, come ciascuna nostra
esperienza.
Voto
8