Il silenzio degli innocenti
Philadelphia
The truth about Charlie
The Agronomist
The Manchurian Candidate
Rachel sta per sposarsi
In
principio era Sciarada, un classico del giallo rosa diretto con garbo da
Stanley Donen nel 1963 ed interpretato da due attori di classe quali Cary Grant
e Audrey Hepburn, peraltro supportati da un cast di comprimari di tutto
rispetto. Con The truth about Charlie Jonathan Demme, già premio Oscar
per Il silenzio
degli innocenti e Philadelpia, lascia il sentiero drammatico e
gioca la carta del remake, per quanto in tale caso sia più opportuno
parlare di rivisitazione appassionata di un cult movie dei bei tempi
andati. Non sarà un caso se lo sceneggiatore di Sciarada, Peter Stone,
nei confronti di The truth about Charlie, dedicato alla memoria di Ted
Demme, abbia mostrato un’ostilità tale da pretendere che il proprio nome
scomparisse dai credits, sostituito con quello di Peter Joshua, ovvero la prima
delle identità utilizzate da Cary Grant
nell’originale. Tralasciando i dettagli prettamente filologici, entriamo nel
merito della trama, che si presenta deliziosamente caotica ed a tratti perfino
spumeggiante: protagonista della vicenda è l’avvenente giovane signora di
colore Regina Lambert che, al ritorno da una vacanza ai Caraibi – in cui ha
lungamente meditato il divorzio –, scopre d’essere diventata vedova del marito
Charles, sposato appena tre mesi prima, e che il signor Lambert, assassinato in
fuga da Parigi dopo rapida liquidazione di ogni sua proprietà, possedeva almeno
quattro identità di cui non era minimamente a conoscenza. La verità su Charlie nasconde
un altro inquietante dettaglio di cui Regina non tarda ad accorgersi: durante
il suo passato di mediatore e mercenario il defunto si è appropriato
indebitamente di sei milioni di dollari in diamanti, l’obiettivo palese di tre
loschi figuri, ex compagni del marito, che la pedinano per tutta Parigi.
Inserita nella lista dei possibili sospetti dalla polizia transalpina,
perseguitata dai tipi poco raccomandabili di cui sopra, Regina sembra poter
contare sull’unico apporto dell’affascinante Joshua Peters
(un poco ispirato Mark
Wahlberg), un americano conosciuto durante la vacanza caraibica che ha
casualmente (o almeno pare) ritrovato a Parigi, un personaggio che continua a
comparire sempre al momento più opportuno ma che sembra essere implicato
nell’ingarbugliata scomparsa del marito – col quale, condivide anche il vizio
dell’identità plurima –. A complicare le cose in The truth about Charlie
s’inserisce anche l’agente segreto americano Lewis Bartolomew,
l’unico vero insospettabile della vicenda, di cui si rivelerà il motore
sommerso. Un plot intrigante ma forse anche troppo intricato, vagamente
memore delle atmosfere di Frantic, ravvivato
da suggestivi squarci parigini, da prazzi di puro talento registico, da un cast
quasi all’altezza (con una deliziosa Thandie Newton ed un
irresistibile Tim
Robbins) e da una colonna sonora che alterna ritmi afro alle ballate di
Charles Aznavour, protagonista di un curioso cameo. Nel finale a
sorpresa Demme rimescola tutte le carte del mazzo filmico, prima
dell’inevitabile happy ending ai fiori d’arancio. Non male, ma resta in
bocca il sapore di un’occasione sprecata...
The truth about Charlie, regia di Jonathan Demme, con Thandie Newton, Mark Wahlberg, Tim Robbins; giallo/sentimentale; Usa; 2002; C.; dur. 1h e 40'
Voto
6
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