The Hurt Locker
Regia di Kathryn Bigelow
Cast: Jeremy Renner, Anthony Mackie, Brian Geraghty, Ralph Fiennes, Guy Pearce, David Morse, Kate Mines; drammatico; U.S.A.; 2008; C.
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Point Break
Strange Days
Il mistero dell'acqua
K-19
The Hurt Locker
L’autrice di Strange Days e Point Break, la dinamica Kathryn Bigelow, dopo l’escursione storica di K-19 in The Hurt Locker ha preso spunto
dall’attualità, scegliendo di raccontare in modo essenziale ed antispettacolare
gli ultimi quaranta giorni di una squadra antimine in Iraq ai giorni nostri. La
storia, tratta da un dettagliato reportage del giornalista Mark Boal, peraltro
autore della sceneggiatura, inizia mostrandoci all’opera una cosiddetta EOD
(Army Explosive Ordnance Disposal), ovvero un’unità
per la dismissione di esplosivi. Purtroppo la missione è destinata a concludersi con la tragica morte di un artificiere i cui
effetti personali termineranno appunto all’interno della “cassetta del dolore”
del titolo, per essere poi riconsegnati ai familiari. Il suo posto sarà preso
da William
James, un uomo che apparentemente non ha paura della morte, anzi che si è
offerto volontario per l’incarico e che finora ha disinnescato un numero
incredibile di ordigni esplosivi: all’inizio la
convivenza con i suoi due partner non è semplice, perché il suo concetto di
rischio è situato nella linea sottile che separa il coraggio dell’incoscienza.
Per certi versi questo protagonista apparentemente scanzonato e disilluso è a
sua volta vittima del vuoto di senso che ha pervaso la società americana: e
trova la quadratura del suo personale cerchio esistenziale proprio nel brivido insito
nelle missioni della sua unità. Sequenza dopo sequenza, attraverso un approccio
quasi documentaristico (efficaci riprese con telecamera a mano), lo seguiremo impegnato nelle impacciate camminate con la sua
tuta protettiva, che lo rende molto simile ad un astronauta che cammina col
pericolo d’essere preso in pieno dall’esplosione che sta cercando di impedire:
anche perché spesso la suspense si
taglia letteralmente col coltello e ci sono altre vite umane prese al laccio
nel letale gioco allestito dall’attentatore di turno. E ad amplificare la
tensione ad libitum c’è anche la costante minaccia
di un ambiente fondamentalmente ostile in cui tutti in teoria potrebbero
innescare l’ordigno esplosivo con la semplice chiamata di un cellulare. The Hurt Locker è una
riflessione tremendamente potente ed al contempo disillusa sulla guerra in
Iraq, uno dei conflitti più lunghi e più scomodi della storia americana
recente. La Bigelow
raggiunge il suo obiettivo con il suo cinema ricco di
ritmo, dinamismo, fisicità e tensione: il suo protagonista in assetto da
sminatore sembra un astronauta impegnato a disinnescare la violenza latente in
un pianeta alieno che nel film corrisponde all’Iraq (che certo non è un paese
per Americani…) ma che nella realtà assurge a metafora ampliata del male di
vivere dei tristi tempi che corrono, tristi anche e soprattutto per assenza di
senso riposto. Il risultato finale è insomma un’amara riflessione sulla guerra
e sulla violenza dei giorni nostri, l’altra faccia di Nella valle di Elah, che non a caso fu tratto analogamente da un
reportage di Mark Boal. Assolutamente da vedere.
The Hurt Locker, regia di Kathryn Bigelow, con Jeremy Renner, Anthony Mackie, Brian Geraghty, Ralph Fiennes, Guy Pearce, David Morse, Kate Mines; drammatico; U.S.A.; 2008; C.; dur. 131’
Voto
8
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