Il Divo, 2008
This Must Be The Place, 2011
La grande bellezza, 2013
Che si tratti di un film che va visto lo dimostra
il battage, ma soprattutto i toni delle opinioni diverse che suscita. C’è chi lo considera un capolavoro e chi invece rimane piuttosto freddino. Ma fra dichiarazioni di amore sperticato e mezze stroncature, il nuovo film diretto e sceneggiato da Paolo Sorrentino ha per prima cosa il merito di stimolare una nuova discussione sui contenuti del cinema italiano (non a caso è stato scelto per rappresentare l'Italia nella corsa agli Oscar).
Inizia benissimo, con l’improvviso collasso di un giapponese di fronte a un panorama urbano unico e conturbante, ma La grande bellezza non ci è sembrato un ritratto riuscito (e probabilmente non voleva nemmeno esserlo) di Roma. Paolo Sorrentino in questo film, che è stato presentato in concorso (e non premiato) al Festival di Cannes 2013, è per fortuna secondo noi lontano (se non alieno) da un remake, rivisto e aggiornato de La dolce vita felliniana. Nonostante la casa del principale protagonista abbia un fantastico terrazzo con vista sul Colosseo e che altre parti del film partano da chiostri, da spettacolari finestre che si aprono su Piazza Navona o su altri squarci capitolini di grande suggestione, come dicevamo, Mamma Roma è più contenitore che contenuto. Vive con animo decadente del proprio splendore. Sprazzi di milanesità (le feste discotecare sembrano più meneghine che all’amatriciana) e ipotetiche pagine di un immaginario diario di un vecchio dandy si insinuano infatti in una narrazione che ha nell’astrattezza e nella vorticosità il suo
lato migliore. Forse è questa la dimensione, senza spazio definito, in cui si muove davvero il sessantacinquenne Jep Gambardella, un Caronte con completi impeccabili, un cinico traghettatore (o forse affossatore, se non profittatore) di anime che osserva (e tratta) il suo gregge luccicante con il distacco snob del divo disincantato o semplicemente con la noia nel cuore e il lusso, l’abitudine al bon vivre, negli occhi. Il
campionario umano che lo circonda sembra confermare lo sguardo laconico del
protagonista (e del regista) su un certo tipo di mondo.
Questo viaggio di Sorrentino alla scoperta del bestiario umano contemporaneo è acuto e credibile, ma sembra tratteggiare, a dire il vero con indubbia maestria e un gusto vincente per il paradosso, solo quella parte di
società che se la passa bene, anzi benissimo. Un mondo di ricchi. Più che quella cafonal, che spesso emerge dalle cronache, è la Roma
bene, quella dei salotti annoiati e ridondanti, a essere illuminata, almeno fra le pieghe delle sue contraddizioni, da cui non vuole o non riesce a evadere. Ma, in tutto il suo rutilare, il film ha il pregio di far pensare, ma alla fine lascia aperti dubbi e interrogativi.
Ciò detto, la narrazione si avvantaggia di una galleria di ritratti a tinte forti, messi in relazione fra loro dal personaggio interpretato da un bravissimo Toni Servillo. Alcuni di questi ruoli, come quelli interpretati da Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Isabella Ferrari e una sorprendente Giusi
Merli, bucano lo schermo. Altri interpreti risultano comunque più marginali anche nell’esprimere i loro grotteschi ruoli.
Alla fine va sottolineato che il film non passa
certo inosservato e anzi, come dicevamo, La grande bellezza stimola
comunque la discussione. E non è cosa da poco di questi tempi. All’uscita della proiezione immancabilmente il pubblico si divide fra gli entusiasti e quelli che invece sostengono che non si capisce bene fino in fondo dove Sorrentino voglia andare a parare. Anche la critica esprime posizioni a proposito variegate. Tutti insomma hanno un po’ la smania di dire la loro su questo, comunque intrigante, film. Come succedeva negli anni Settanta in cui alle proiezioni seguiva immancabilmente il dibattito.
Detto questo, soprattutto all'estero, il film di Sorrentino è strapiaciuto. E, dopo aver trionfato ai Golden Globes e ai Bafta Awards 2014, dopo 15 anni dall'ultimo film italiano vincitore in questa categoria (La vita è bella di Roberto Benigni), si è aggiudicato l'oscar 2014 come miglior film straniero.
Voto
7 -