Otto e mezzo (1963)
La città delle donne (1980)
Ginger e Fred (1985)
Intervista (1987)
La dolce vita (1960)
Federico Fellini
Marcello Mastroianni
Nato a Rimini il 20 gennaio 1920. La famiglia d'origine è piccolo-borghese: la madre Ida Barbiani, romana, è casalinga e il padre, Urbano, che proviene da Gambettola, è rappresentante di commercio. Fellini frequenta il liceo classico della città e comincia a fare i primi piccoli guadagni come caricaturista. Arriva nella capitale con la madre nel 1939. Prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, con il suo amico Aldo Fabrizi, compone sketch radiofonici e incontra la donna con cui trascorrerà la vita: Giulietta Masina. Attratto dal ruolo di reporter, cerca di fare il giornalista. Ma con l'aiuto di Fabrizi entra nel cinema: tra il 1939 e il 1944 lavora in diverse commedie. Nel 1945, per i due amici si spalanca la porta della celebrità, grazie all'incontro con Roberto Rossellini. Fellini firma la sceneggiatura di un successo: Roma Città Aperta. Poi diventa aiuto regista, anche a fianco di Germi e Lattuada. La prima regia e sceneggiatura arriva nel 1950: si tratta di Luci del varietà, dove appare evidente la fusione del suo spirito surreale con il neorealismo in cui è immerso. Con Lo Sceicco Bianco, del 1952, comincia il sodalizio con il compositore Nino Rota. E dell'anno seguente il primo capolavoro: I Vitelloni. La dolce vita nel 1959 lo consacra definitivamente, a fianco del protagonista nonché suo alter-ego Marcello Mastroianni. Inizialmente questo ritratto crudo, tra sensualità e ipocrisia, della Roma-bene negli anni Sessanta, crea scandalo: la pellicola si aggiudica la Palma d'Oro a Cannes. Seguono poi l'Oscar per 8 1/2, la storia di un regista interpretato da Mastroianni, e Giulietta degli Spiriti del 1965. Sotto l'effetto dell'LSD, sotto controllo dei medici, scrive Il viaggio di G. Mastorna. L'ultima opera, La voce della Luna è un sogno a capitoli con cui chiude una carriera segnata dal successo. Fellini ha, al di sopra di ogni altra cosa, scosso l'idea di un cinema statico e troppo realista, che non riusciva più a vagare nella fantasia. Con i suoi capolavori, ha dimostrato quanto il sogno e la memoria, l'immaginazione e i pensieri siano una meta a cui il cinema può tendere, o addirittura un impegno verso il quale il cinema ha una grossa responsabilità. E di certo lo stesso Fellini ha realizzato alcune tra le più complesse opere in cui l'astratto e la metafora sognante della vita trovano altissima espressione.
Fellini si spegne a Roma il 31 ottobre del 1993.
Voto
9