Bel tipo, il signor Mazursky.
Seduto nella rotonda neo/tutto della Libreria Feltrinelli insieme alle due compagne di
giuria del Festival dei Popoli, Ilaria Freccia col pancione e Sepideh Farsi, lo
scambieresti per uno dei tanti turisti che scartabellano volumi in lingua. Eppure sulle
spalle di questo singolare uomo di cinema,
attore regista e quantaltro, è passata tanta di quella romantica celluloide che ora
più non esiste. Sa tante storie, Mazursky, e ha voglia di raccontarle. Logico, per uno
che ha mosso i primi nel mondo del cinema interpretando il debutto di Stanley Kubrick, Fear and Desire. Tra tutte, predilige
quella della sua grande amicizia con Federico Fellini. "Ho cominciato nel cinema come
attore. Poi un giorno a New York ho visto I Vitelloni, e le mie idee sul cinema
sono cambiate. Era così diverso da tutto quello che avevo visto sino ad allora. Il cinema
italiano mi è sempre piaciuto tantissimo. Non che quello americano non mi piaccia: solo
che mi sento più vicino a persone come Fellini, o De Sica, che sono stato abbastanza
fortunato da conoscere, come anche Bertolucci e Scola".
Ride quando descrive il suo incontro con il maestro: "Nel 1969 avevo diretto
Bob&Ted&Carol&Alice, poi mi ero messo a scrivere Il mondo di Alex.
Volevo assolutamente che Fellini
recitasse nel film, così scrissi un ruolo per lui. Gli mandai un telegramma: sono Paul Mazursky, ho
scritto un film, vorrei che recitasse una parte. Rispose: sono Federico Fellini, non sono
un attore, ma può chiamarmi quando viene a Roma. Il giorno seguente presi laereo
per Roma. Ci siamo incontrati. Mi ha detto che ero un pazzo, ma poi si è lasciato
convincere. Così tutto è cominciato. Per molti anni ho cercato di portarlo a New York, a
fare un film su New York. Ci è arrivato vicino, ma non lo ha mai fatto."
Il Festival di questanno ospita una sezione dedicata
allidentità ebraica nel cinema. E Paul Mazursky, che ha
trattato questo tema in Nemici: una storia
damore, che ne pensa ? "Per ventanni ho cercato di fare questo
film. È stato molto difficile: per un motivo o per un altro nessuno voleva lavorarci,
nemmeno Dustin Hoffman. Forse pareva troppo leggero trattare in quella maniera la vicenda
di tre sopravvissuti allOlocausto. Adesso mi pare che ci siano invece molti film su
questo tema. Il mio film è molto diverso da quello di Benigni."
E gli amici della New York di fine anni Sessanta, la New York
underground di John Cassavetes ? Cera
forse un movimento, o una scuola ? "Non ci vado io, alle
scuole. Faccio solo i miei film. Cassavetes era un mio buon amico. Per me ha recitato
nella Tempesta. Era veramente un bel
tipo. Per fare i suoi film metteva i soldi di tasca propria, prendendoli dai risparmi per
il muto della casa. Lho conosciuto in una maniera singolare. Allora lavoravo in un
ristorante macrobiotico. Facevo i succhi di verdura. Un giorno si presenta Cassavetes:
cercava gente per un film, per il ruolo di studenti con laria da duri. Mi disse di
andare al provino, ed ebbi la parte. Tutto qui""
Maestro, come si vive a Hollywood ? "Strano, i miei film pur non rientrando nei canoni sono stati sostenuti proprio da Hollywood.
Forse non sapevano quello che stavo facendo
comunque è così che funzionano le
cose: se fai un film di successo, trovi i soldi per realizzare quello che ti pare".
Grazie maestro.
Voto
7½