Baci e abbracci
My name is Tanino
Caterina va in città
N - Io e Napoleone
Tutta la vita davanti
La prima cosa bella
Il capitale umano
Quando la vita è cattiva, è bello sentirsi tutti più buoni. Recita così, o quasi, la pubblicità del film. A Natale c'è bisogno di sentirsi buoni, di avvertire che da qualche parte un cuore ti sta pensando e sta battendo per te. Anche se quel cuore, magari, ha sbagliato persona e ti crede un importante assessore, pronto ad elargire un finanziamento ad un curioso allevamento di struzzi. Paolo Virzì fa il suo centro migliore con "Baci e abbracci", confermando tutto il buono che aveva accumulato nel cammino da "La bella vita" ad "Ovosodo". Vince, il regista di Livorno, dove il cinema italiano di solito naufraga clamorosamente. Disegnando un racconto corale, "vero", personaggi credibili, con esigenze, sentimenti, emozioni palpabili. Lavorando attentamente sul dialetto, rendendolo lingua viva e non macchiettistica. Rischia molto, anche. Sfrutta il più classico dei meccanismi della commedia, lo scambio di persona ed il relativo gioco degli equivoci. Ma questo non è il "Revisore" di Gogol, e nessun Danny Kaye appare sullo schermo. Impiega quasi esclusivamente attori non professionisti, e quando deroga da questa scelta, usa un volto noto come quello di Francesco Paolantoni. Che lo ripaga smussando le punte da comico televisivo e calandosi nei panni di un uomo pieno di solitudine, che osserva ad occhi sgranati la bontà come un pianeta vergine appena scoperto nello spazio. Si tuffa nel sentimentalismo, nel buonismo pure, ma con grande integrità, con una dignità che gli evita le trappole più classiche. Sa ammiccare senza troppe piaggerie. Gli angeli di seconda classe non arriveranno mai, perché Virzì non è Frank Capra. Rimane il coraggio di un finale tutto positivo, di baci e abbracci che i protagonisti si danno per tutto il film, rimane il sogno di un Natale veramente imbiancato dalla neve. Sicuramente il miglior film italiano della stagione, che propone Virzì per un posto che negli ultimi tempi da noi era rimasto tragicamente vuoto: quello di un regista capace di usare la macchina da presa a trecentosessanta gradi, di fare un cinema in grado di parlare al grande pubblico senza dimenticare le necessità del cinema, di scrivere una sceneggiatura, di piazzare davanti all'obiettivo cose e persone di tutti i giorni senza apparire scontato, o peggio, "televisivo". Questo le nostre grandi punte di diamante (vero, Amelio e Archibugi ?) l'hanno dimenticato da un po'. Impareranno.
Tra gli interpreti, il gruppo degli Snaporaz, l'Edoardo Gabbriellini di "Ovosodo" e, direttamente dal Match d'Improvvisazione Teatrale, la bravissima Daniela Morozzi..
Baci e abbracci, regia di Paolo Virzì, con Massimo Paolantoni, Edoardo Gabriellini, Massimo Gambaccian; commedia; Italia; 1999; C
Voto
8