In un grande studio sul quale si affaccia un tipico condominio italiano Natasha Stefanenko ed Enrico Bertolino hanno guidato alla grande anche nel 2002 dagli studi Rai di Napoli lo sgangherato team di SuperConvenscion. Anche la quarta serie dello show comico-satirico di Gregorio Paolini (ogni lunedì sera su Raidue) si è trasformato in un successo per Raidue. Merito dei tanti personaggi che hanno affiancato i due conduttori, cioè la statuaria Natasha e i sempre scatenato Bertolino, ma anche l'idea base di un programma che strizza l'occhio a programmi cult come " Drive in", " Odiens", "Emilio", " I-taliani", " Quo Vadiz?" o "Sportacus", che negli anni Ottanta furono palestre e laboratori della nuova comicità, ma anche del gusto televisivo. Al posto delle ragazze del Drive in c'è un corpo di ballo non invadente, che però si fa notare con dei mini stacchetti ben realizzati. E soprattutto una serie di dialoghi abbastanza serrati che vedono protagonista una squadra ben amalgamata di comici e non solo. Accanto al sempre impeccabile Stefano Sarcinelli (una spalla comica idela) c'è la bellissima, ex attrice di film hardcore, Eva Henger, che sa farsi valere alla grande come personaggio brillante televisivo, l'avvenente Gessica Gusi (ex donna fortuna del "Quiz Show"). Mattatore discreto (ma anche scatenato), come al solito Sergio Friscia sia nei panni del commissario Montalbano, che in quelle del sergente Garcia e l'inventore Brighelli. E soprattutto il grande Totti-go' - Massimo Giuliani, che in questa serie di Convescion propone anche altri capolavori di caratterizzazione come quella dedicata all'onorevole Ignazio La Russa in "Le avventure di Zovvo". Anche Tullio Solenghi sembra più ispirato del solito nei panni del cardinal Vesponi, Rosa Russo Jervolino, Mughini e lo scatenato ambiguo eroe mascherato "Zovvo". Fra le altre gag più riuscite non possiamo che fare un plauso a Max Tortora, spassosissimo sia quando interpreta un Michele Santoro (riciclato in venditore televisivo o moderatore di assemblee condominiali), che quando dà vita a uno sboccato Luciano Rispoli, a Califano, Bassolino o a un Alberto Sordi assillato dal quotidiano e da "quei nani Moretti!". Meno ispirata che in passato la macchietta del fondamentalista napoletano ( Simone Schettino), ma il giudizio varia di puntata in puntata, mentre è sicuramente una grandiosa new entry quella dei Virtuosi di San Martino. Forse più convincente nei finti intermezzi pubblicitari (lo spot dell'amaro Lucano, prima di tutti) che nei monologhi Rocco Barbaro (anche se la coppia Olcese & Barbaro funziona ancora a meraviglia), mentre Natasha Stefanenko e Enrico Bertolino, hanno il pregio di non apparire mai scontati. Anche nel ruolo un po' ingessato di presentatori nell'epoca della new economy e dello stress. In sintesi un programma, come direbbe Freccero, dove realtà e iper-realtà si confondono e si intrecciano, mescolando sport, politica e tv.

Voto 8