Il 30 Gennaio 2003 è ripartita l'avventura televisiva più chiacchierata degli ultimi anni. Giunta alla sua terza edizione, si preannuncia rinnovata sin dalle prime battute: la conduzione in studio è affidata ad una Barbara D'Urso in splendida forma che appare perfettamente a suo agio nel ruolo dell'osservatrice impicciona e sorella maggiore che fu già di Daria Bignardi.
Traghettatore di anime, "Caronte" per sua stessa definizione è il solito Marco Liorni, ormai un'istituzione nell'universo televisivo del Reality Show, che accompagna i concorrenti alla porta rossa e li saluta prima di lasciarli in balia del loro destino, crudelmente fagocitato da quella macchina delle illusioni che è il piccolo schermo, capace di regalare in breve tempo notorietà, successo e denaro.
A fare le spese di questo meccanismo malato e ossessivo dell'apparire a tutti i costi sono 12 prescelti, pronti a tutto pur di dare una svolta alla propria vita, i quali offrono uno spaccato del mondo così come siamo abituati a vederlo in televisione: ambizioso, arrogante, presuntuoso ed esibizionista.
Ma a redere il tutto più "interessante" e "movimentato" ci pensa l'idea di vincere gli ascolti mostrando come l'uomo, simile alle bestie, non rinuncia, neanche in cattività ai suoi istinti primordiali, fornendo uno spettacolo deprimente di sé e delle sue più scontate necessità.
Il segreto del successo del Grande Fratello è da ricercarsi nella capacità del telespettatore di interessarsi delle vicende altrui e di sentirle vicine alle proprie, e non si può certo dire che in questo ci sia qualcosa di sbagliato, ma la gravità di uno show di questo tipo sta proprio nella scelta di prendervi parte, di diventare burattini di un teatro mentale che rende schiavi dell'idea di se stessi e del miraggio del successo, dimenticando come quel mondo nel quale si fa tanto per entrare, sia in realtà il frivolo tempio della finzione e dell'artificio.
Voto
5