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  25/04/2024 - 01:20

 

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Pinocchio Ridens: la mostra
In programma al Parco di Pinocchio a Collodi
Fino al 3 settembre 2000 al Museo-Biblioteca Laboratorio delle Parole e delle Figure

 




                     di Fabio Norcini


Cronaca del vernissage della mostra
Pinocchio Ridens


Il più famoso burattino di legno a contatto con la satira pare trasformarsi in iena: Pinocchio ridens è infatti il titolo della mostra ospitata al Museo-Biblioteca "Laboratorio delle Parole e delle Figure" nel Parco di Pinocchio a Collodi fino al 3 settembre. Curata da Fabrizio Borghini e promossa dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi espone le tavole di una ventina dei migliori vignettisti toscani. Forse sono questi ultimi le "iene" che si avventano sul "fragile, insicuro, angosciato e depresso" personaggio che, come scrive Umberto Cecchi nella presentazione del catalogo è un "ribelle alla vita delle regole". Un outsider comunque dispotico, in quanto imposto quale lettura scolastica. Tra l'altro, raccontava Pier Francesco Bernacchi, segretario della Fondazione che ha fortemente voluto la mostra, anche i giapponesi hanno adottato il capolavoro di Lorenzini quale testo obbligatorio delle elementari. Quindi giusta e legittima la lettura spesso oltraggiosa dei satiri: c'è da scommettere che sarebbe piaciuta anche al buon Carlo, anch'egli penna turbolenta e polemica, che aveva satireggiato i costumi della sua Firenzina. Spirito burlone quale lo immortala Savinio in "Narrate uomini la vostra storia" ricordando la principale occupazione dello scrittore svolgersi "nel cosiddetto Canto dei lavoratori chiamato così perché ivi si riunivano i più celebri sfaccendati di Firenze impegnati a tagliare panni addosso ai passanti, a imitazione di quei cinici dell'antica Atene che erano chiamati sali, perché i loro commenti sapevano di sale". Avrebbe dunque apprezzato le altrettanto sapide interpretazioni grafiche dei suoi posteri corregionali; sia quelle riferite al teatrino della politica (Giannelli, Krancic, Spezi) sia quelle gustosamente visionarie (Contemori, Cavezzali, Della Bella) o erotico dissacranti (Giuliano, Caluri, Camerini) o attualizzanti (Vauro, Natali, Mancini, Greggio) o giocate sull'autobiografico (Staino, Fremura). Insomma una buona mostra, suscettibile di accrescimenti e meritevole di circuitazione, che prova quanto il "cammino nell'immortalità" di Collodi e del suo bamboccio (ancora Savinio ahinoi) sia ben lungi dall'essere terminato.

Voto 7 

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