Per fortuna purtroppo
Verde rosso e blu
Irek
La giovane cantante fiorentina, classe 1969, al terzo album in carriera cerca di svincolarsi dalla musica di presa più immediata e pop(ular) dei due precedenti lavori (Irene Grandi e In vacanza da una vita): Per fortuna purtroppo si presenta fin dal primo ascolto come un disco di luci ed ombre - ma è bene tranquillizzare il potenziale pubblico perché anche le canzoni meno riuscite risultano comunque intriganti fin dal primo ascolto -. L'album propone in totale dieci brani: in primo piano sicuramente la canzone d'apertura, che è anche la title track, l'accattivante hit Che vita è ed un pezzo altamente 'energetico' come Otto e mezzo, scritto ad hoc per esaltare la spontanea verve rock della Grandi. La nota più positiva del disco è costituita dal fatto che l'artista fiorentina, sorretta dalla sua grande voce, si sforzi di portare avanti la musica in cui crede di più, quella delle infinite covers del classico periodo di gavetta: non a caso nell'album si avvertono marcate influenze di black music, soul, afro e funk - ed in tal senso la prova più brillante, davvero degna di menzione, è sicuramente la sinuosa Primitiva (in collaborazione con Dré Love), che ha davvero un 'grande' groove, mentre non convince molto il reggae atipico di Non ti scriverò -. Da segnalare anche un brano sperimentale come Sotto le stelle e la ballata conclusiva Un bagno in mare. In Per fortuna purtroppo ha trovato spazio anche la deliziosa Fai come me, singolo portante della soundtrack de Il barbiere di Rio di Giovanni Veronesi, in cui Irene Grandi ha esordito come attrice al fianco di Diego Abantuono, convincendo anche su celluloide, dato che il suo simpatico angelo custode con minigonna è stato una delle cose più positive di una pellicola non indimenticabile. E brava Irene...Irene Grandi, Per fortuna purtroppo [Cgd East West 1997]
Voto
7