Courtney Love, America's Sweetheart
Kurt & Courtney al Festival dei Popoli
Il film - documentario di Nick Broomfield
C’è poco da fare Courtney Love, data di nascita 9 luglio
1964 segno zodiacale cancro, è sicuramente la rock star più intrigante del
2004. L'ex leader delle Hole con il suo
indovinato America's
Sweetheart torna a parlare fluidamente la lingua del rock. Con la sua
rabbiosa vocalità riporta il giunge alla ribalta, ma lo vena di melodia, ne
esalta le radici punk, senza per questo abbandonarsi al rumore. Anzi. Lo stile
scabro, volutamente essenziale, delle Hole viene arricchito di nuove sfumature,
ma è proprio questo a sedurre l’ascolto. Nei dodici brani di America's
Sweetheart non c’è spazio per il pop che va tanto di moda di questi tempi, casomai i riferimenti vanno ritrovati
in certe sperimentazioni delle band hardcore californiane. E dalla morbidezza
di alcune melodie escono graffi. In perfetta sintonia con lo stile pin-up
grunge del personaggio. In effetti non occorre disturbare l’anima dell’ex
marito Kurt Cobain (si sposarono a Waikiki, nelle Hawai, il 24 febbraio del
1992), non è certo il caso di parlare di marchio di famiglia. Courtney
del giunge è un’icona quanto Cobain. Da sempre. E probabilmente tante
intuizioni dei Nirvana sono nate dalla stessa disperazione, dalla stessa rabbia
creativa che ha caratterizzato la musica delle Hole. Ora il gruppo non c’è più,
come non c’è più Kurt, ma quell’insana
voglia di distruggere tutto con il rock agita ancora le creazioni di Courtney.
E si sente. Anche se infatti il Cd vanta collaborazioni d'eccezione come Linda Perry (ex-4 Non Blondes) e Bernie
Taupin (il paroliere di Elton John) è perlomeno riduttivo considerare America's
Sweetheart in chiave power-pop. L’arte di Love
Michelle Harrison, da S.Francisco è strettamente collegata alla sua capacità di
essere comunque se stessa in ogni situazione. E quindi esplosiva,
incontenibile, scandalosa. Anche quando sembra essere dolce e maliosa, il
ruggito della leonessa, la zampata della pantera bionda aleggia nell’aria. E aleggia anche in America's Sweetheart: perché mai Courtney dovrebbe rinunciare al suo Il fascino, alla sua voglia di trasgressione?
Ci fa infatti sorridere chi si è stupito quando la vocalist si è spogliata durante il Dave Letterman show (dove era
andata per promuovere il suo nuovo Cd). Non a caso poco dopo, durante un
concerto, la solita scandalosa Courtney ha colpito uno spettatore sulla testa
con l'asta del microfono. Courtney è insomma sempre Courtney, quando canta, ma
anche quando mostra il seno nudo in tv o fa a botte in un club. La pensa
così anche l’Arcana Editrice che ha
fatto uscire nel 2004 un
libro a lei dedicato. L’autrice Simona Siri si interroga un po’ come noi:
Ultima e vera icona del rock “femminile”? Attrice di talento? Vedova
inconsolabile? Regina del fashion-system? Yoko Ono del grunge? Madre
affettuosa? Bestia nera della discografia? Paladina della libertà di
espressione? Biancaneve o la strega cattiva? Di sicuro (ed è quello che
c’importa) non è una pop star patinata. C’è chi, come il regista Regia di Nick
Broomfield non la sopporta (Kurt & Courtney,
documentario; Usa; 1998) e chi la
idolatra.
Voto
7½