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  03/05/2024 - 10:03

 

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Scanner - musica
 


Edoardo Bennato
Sembra ieri
[Wea 2000]
Un'antologia di successi con tre inediti

 




                     di Paolo Boschi


Sembra ieri
Afferrare una stella


"Non c'è nessuna risposta. Si tratta dell' amore: nessuna certezza, niente è dimostrabile, è una scienza inattendibile. Niente regole da studiare, niente formule da imparare, niente leggi da ricordare, niente corsi da frequentare": il succoso estratto da Si tratta dell'amore, brano rock di sapore dichiaratamente tropicale, ci riconsegna inalterato il Bennato-pensiero, ennesima riproposta dell'antidogmatismo alla Peter Pan che ha contraddistinto la lunga carriera dell'artista partenopeo. Nonostante siano passati quasi trent'anni dall'esordio, Edoardo Bennato non ha perso il vizio di proporsi come un eterno ragazzaccio, nonostante le sue primavere abbiano ormai superato il mezzo secolo: Sembra ieri, infatti, s'intitola l'antologia, nel classico formato da best of con quindici classici (talvolta rivisti) e tre inediti - Si tratta dell'amore, la title track e Taraunta tata', ballata tesa e convincente -. E' una raccolta, per cui i criteri di valutazione, non trattandosi di un album nuovo zecca, sono i soliti due: antologia ingiudicabile o summa dell'arte bennatiana? La lunga carriera del cantante di Bagnoli è stata troppo generosa per non propendere per la seconda che abbiamo scritto, anche se c'è da storcere la bocca davanti ad un'antologia firmato dall'autore di Burattino senza fili e Sono solo canzonette, due rari esempi di concept album su suolo nazionale. Tant'è, se non altro Bennato coltiva l'arte di non prendersi troppo sul serio e sa indorarci la pillola con un simpatico fumetto nel booklet che ci spiega come tale raccolta sia l'unico compromesso tra ciò che vogliono i suoi fans e la sua etichetta discografica, anche se la cosa sembra non essergli piaciuta troppo. Prendiamoci l'antologia, dunque, ed auguriamo al grande Edoardo di accaparrarsi con la medesima uno stuolo di giovani fans: se li merita, perché la galassia chiusa della canzone italiana non sarebbe stata la stessa senza le sue canzonette. Scorrendo la tracklist in rapida successione è stupefacente riscoprire che la questa miscela di ballate, canzone d'autore e buon vecchio rock è ancora un valido grimaldello per sviscerare la società, noi stessi ed il mondo della fantasia, terra la cui frequentazione è sempre piaciuta a Bennato. Si comincia con una dichiarazione professionale come poche altre (Cantautore), poi arrivano la contagiosa Mangiafuoco (che sferza ancora assai), L'isola che non c'è (che vola sempre in alto con leggerezza), la delizia danzante Il gatto e la volpe ed infine Il rock di Capitan Uncino in una nuova versione più hard rock ma non al livello dell'originale. Tra le altre gemme della sua produzione corre l'obbligo di segnalare Una settimana un giorno, Roma, Sono solo canzonette (che ora suona ancora più svagatamente malinconica), l'intensa Un giorno credi, e i ritmi più tirati di Abbi dubbi e Meno male che adesso non c'è Nerone. E non mancano le hits di marca pop (Ok Italia, Le ragazze fanno grandi sogni, Viva la mamma): Bennato, con l'eterno capello spettinato, giubbotto di jeans stropicciato, chitarra in braccio ed armonica davanti alla bocca, ci ha risparmiato almeno Le notti magiche in duetto con la Nannini. Sembra ieri, ma Bennato non è cambiato di una virgola, sempre sbandato secondo copione, anche se forse avrebbe fatto meglio (chissà) a ripetere l'esperimento di full immersion nei panni di Joe Sarnataro...

Edoardo Bennato, Sembra ieri [Wea 2000]

Voto 8 

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