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Strani Umori
Di e con Silvia Guidi e Dimitri Milopulos
Sexy teatro, prima assoluta V.M. 18
Dal 15 al 18 marzo 2007, ore 21, repliche straordinarie dal 20 al 23 marzo 2007, al Teatro La Limonaia di Sesto Fiorentino

 




                     di Tommaso Chimenti


Strani Umori - 2007
Strani Umori II - 2010


"Al cinema il sesso c’è sempre stato. Solo che adesso è anche sullo schermo" apostrofava Danny Thomas. Nel foyer il lampadario da grande festa delle debuttanti viennesi sfiora terra, il primo simbolo fallico da tentata erezione fallita e appassita. Il pubblico, voyerista da privè e dark room, è stretto in un ovale vaginico, due file di sedie nel retro del teatro sventrato e penetrato, tanto da sentire il respiro dei protagonisti, le due poltrone bocche aperte pronte ad ingoiare l’una di fronte all’altra. I troni rossi, dettaglio che fa arredamento raccogliendo il rossetto da Cappuccetto e le scarpe da favola, del Re di Picche e della Regina di Cuori sono ostriche, le loro parole sabbia, i loro corpi perle nere. La esse di sesso tira sempre ad ogni latitudine, in qualsiasi millennio. Quindi nuove repliche per “Strani umori”, inizialmente in programma fino al 18 e prorogato dal 20 al 23. La Guidi, sua la  frase da ricordare sulla fellatio al cinema: “Non ho mangiato niente tutto il giorno. O quasi”, ha autoreggenti da Sandrelli che ci riportano dritti nel tunnel de “La chiave”, bellezza bianca, peli sulle cosce, sulle braccia, perché l’erotismo non ha suppellettili né abbellimenti. Guardandola è un misto dell’accigliato infittito taglio di Brigitte Bardot, della cerbiatta Gloria Guida, la “Malizia” di Laura Antonelli, provocante come Ornella Muti, si morde le labbra come la Fenech. Non siamo soli nella schiera, anche Quentin Tarantino era un amante del porno soft anni ’70. Milopulos è stropicciato e spiegazzato dentro un rapporto a tre. Sono albatross che camminano, ergastolani dietro il vetro a raccontarsi stralci di libertà- ricordo. I dialoghi sono smozzicati come sigarette, tante, spente, e dopo un inizio che è un palleggio da fondo campo, un ping pong tambureggiante e ritmato, affondano i due lunghi monologhi come colpi sotto la cintura. I cinque sensi vengono esaltati: odori, sapori, lingue, bocche, saliva, linfa, sperma, e si resta con la sensazione di bagnato addosso come squali con le pinne fuori dall’acqua, ma anche con una violenta disperazione di vuoto come buco-vortice da riempire. Colpisce l’assenza della parola “preservativo” ormai legata, per ovvie ragioni, a doppio nodo con “sesso”.
Info: 055.440852; 13, 11 euro.

Voto 7 

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