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Ascanio Celestini: La pecora nera
Ascanio Celestini, La Pecora nera, recensione
Ascanio Celestini: Storie da Legare
Ascanio Celestini: Storie da Legare (recensione)
Ascanio Celestini: Fabbrica
Ascanio Celestini: Fabbrica (recensione)
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Con la prova aperta, andata in
scena venerdì 9 aprile 2004 al Teatro Studio di
Scandicci, si è conclusa la prima parte del laboratorio teatrale “Storie da legare, ovvero dei
matti non si sa niente” che l’affabulatore romano Ascanio Celestini ha
tenuto da dicembre fino agli inizi del mese in corso sul tema degli e x
manicomi e della legge
Basaglia.
Dieci i ragazzi under trenta si sono messi a lavorare con l’autore di “Fabbrica” e, attraverso
testimonianze raccolte, documentazioni giornalistiche sul campo, interviste
mirate, sono riusciti a tessere le fila, a ricostruire percorsi di vita,
appunto a legare, termine con doppia valenza collegabile anche alle sevizie che
dovevano subire i reclusi degli e manicomi, in un unico racconto le storie
raccolte in questi mesi di ricerche.
“Abbiamo intervistato soprattutto gli infermieri che hanno lavorato negli ospedali psichiatrici, persone che ci
hanno raccontato la drammaticità della quotidianità tra le mura chiuse delle
strutture di contenimento”, ha introdotto Ascanio Celestini, sempre
nell’intento tic di lisciarsi il lungo e folto pizzo.
Al Teatro Studio, ad ingresso gratuito, i dieci
protagonisti, a sedere a semicerchio davanti al pubblico, hanno raccontato le
loro storie, scritte personalmente da ognuno di loro, sempre sotto la diretta
supervisione di Celestini, descritto, attraverso paralleli con le loro
esistenze di ragazzi “liberi” del 2000, le angherie, la noia, le frustrazioni,
i vincoli, le restrizioni mentali e fisiche dei malati rinchiusi all’interno
della Villa Castelpulci di Scandicci o del più famoso San Salvi di Firenze.
Questo stesso processo di portare
alla luce storie sui malati internati nei manicomi è stato in questi mesi
condotto da Celestini anche in altre città, tra le quali Perugia, Roma e
Padova, per poi divenire un unico monologo che nel 2005 vedrà la luce e prenderà
concretamente corpo in tournee.
E’ questo il metodo di lavoro
dell’artista- attore- scrittore romano poco più che trentenne: ascoltare,
incamerare, digerire e riproporre le storie del passato per non perdere la
memoria.
Voto
7