Rem & Cap: Altri giorni felici
Rem & Cap: presentazione Sacco
Rem & Cap: recensione Sacco
Rassegna Beckett cento anni, 1906-2006
Prosegue la rassegna 1906BECKETTCENTOANNI2006,
al Teatro
Studio di Scandicci che sabato 28 e domenica 29
gennaio 2006
propone alle ore 21.15 "Altri giorni felici" di Rem & Cap. Si guarda indietro e avanti
contemporaneamente il teatro di Remondi e Caporossi
che, con questa piece tratta da un testo di Samuel
Beckett si riappropriano di un percorso iniziato con “Giorni felici” nel
'70. Quella in scena è infatti l’attualizzazione di un
progetto sull'autore irlandese che i due artigiani dell’immaginario hanno stigmatizzato in tre allestimenti: “Giorni
felici”, “Passaggi,
Giorni felici” e ora “Altri giorni felici”.
Rem
& Cap, in 35 anni di attività, non hanno mai
smesso di sondare le risorse di un linguaggio scenico capace di restituire
lunghi silenzi, di far parlare gli oggetti, di scrivere emozioni attraverso
gesti semplici e, con lo stesso vigore, di scendere nelle pieghe più intime
delle parole. Dopo aver collezionato una serie di spettacoli storici, che appartengono di diritto alle pagine migliori dell'avanguardia
italiana (basti citare Sacco,
Pozzo, Personaggi, Cottimisti, Forme), Remondi e Caporossi tornano all'autore
con cui debuttarono nel '70. Il legame con il passato, il tema della memoria e
delle forme che essa assume nel pensiero del presente
sono i punti di partenza di questa nuova produzione di Rem
& Cap. Strano, ma vero, la prima messinscena di “Giorni felici” (quella del
'70) fu vietata dai detentori dei diritti di Beckett in Italia
perché, secondo loro, un uomo (lo stesso Remondi, cioè, unico protagonista) non
poteva comprendere i problemi di una donna di cinquant'anni.
Un divieto che, per i due teatranti, si tradusse in uno stimolo ad elaborare
intuizioni e soluzioni emblematiche: la mancanza di
libertà, la costrizione, la repressione sono argomenti che hanno connotato,
infatti, diversi titoli del loro repertorio. E che si
ritrovano in questo viaggio nei labirinti della memoria dove un uomo «sospeso a
mezz'aria tra cappello e scarpe» si confessa spassionatamente come se, così
facendo, potesse trasferire i suoi ricordi in un essere «che ancora deve
vivere» e come se la sua mente, svincolata dal corpo, potesse recriminare una
vita autonoma, una capacità di rivolta, uno sguardo ironico e distaccato sul
mondo.
“Da
quel rifiuto ebbe origine il nostro singolare e originale percorso teatrale – Spiegano Rem & Cap, che
ripropongono il lavoro lo hanno riproposto dopo trentacinque anni di attività
con lo stupore di un gesto quotidiano- . Di nuovo bloccati.
Repressa quella e questa: la stessa libertà. Per lo stesso motivo, quale? Siamo
convinti che le creazioni di Samuel Beckett
non abbiano bisogno di essere protette da chiunque in quanto vivono in
assoluto, nel tempo e nello spazio, nel pensiero e nell’animo umano, sfuggendo
a qualsiasi controllo di esclusiva pratica legale.
Personalmente ci scusiamo per aver turbato con la nostra richiesta comunque chiara, legittima e onesta, la posizione
incrollabile dell’avente diritto quali tutori e difensori in quanto possessori
di ciò che Samuel Beckett
ha offerto all’umanità intera. A distanza di alcuni
mesi, dal nuovo rifiuto, a quei “GIORNI FELICI” si aggiungono “ALTRI GIORNI
FELICI”: memorie, lampi, suggestioni, guizzi di una realtà empirica, infranta
tra il passato che si ripropone nel ricordo e la ripetizione di un gesto, di
una frase, di una parola lasciata ad un prossimo essere umano che ancora deve
vivere. Altri giorni felici che ripropongono ed
interpretano per la loro natura enigmatica l’essenza “tragica” della condizione
umana. Una confessione tra il Novecento e il nuovo Millennio”.
Voto
8