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  20/04/2024 - 01:12

 

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Paco Decina e la compagnia Post-Retroguardia
Una danza fra il vuoto e il silenzio
Neti-Neti e Non era Giorno, Non era Notte
...e si scopre che per la semplicità non si han parole...

 




                     di Drago


Neti-Neti al Festival internazionale di Danza, Bergamo 2002

Non era giorno, non era notte. Festival di Danza Bergamo 2002

Post-Retroguardia e Paco Décina: poetica danzante spazio e silenzio


Si può parlare di danza, di scultura e di pittura allo stesso tempo?
Dopo aver visto “Neti-Neti” e “Non era Giorno, non era notte” penso che ci si possa almeno provare, che infondo le espressioni non siano così differenti fra loro come troppo spesso si vuole far credere.

Lo sguardo del pubblico ne è stata la dimostrazione. Degli occhi che, era evidente, non erano solo spettatori ma si sentivano partecipi ad ogni movimento. Chi mai saprà quale meta avessero tutte le emozioni ed i pensieri mossi da quelle sculture viventi. Figure fatte di fluido, che dolcemente scorrevano nella luce.

Non era Giorno, non era notte” ha iniziato il discorso del tempo, in una musica cadenzale dai suoni metallici e stridenti, all’attimo fastidiosi, trattati magicamente come i battiti di un cuore stanco ma vigoroso, forte ma silente.

Per la prima volta uno sguardo non allenato alla danza si trova a tentar di rincorrere un danzatore che si muove nella sua arena. Con inconfondibile maestria egli abbraccia e combatte con la luce, tirandola a se e trascinandola in ogni suo movimento, facendola diventare parte del suo corpo.

La mente non faceva a tempo a trattenere una singola immagine, un unico movimento, che già esso si era languidamente dissolto nel buio per riapparire in un altro angolo.

Non c’era il sole e né la luna quando l’universo iniziò ad esistere, c’era un grande vuoto e proprio questo “nulla” paradossalmente diventa uno spazio. Ed è proprio nell’oscurità che alla mente riappare quel ballerino, danzatore del silenzio, tessuto nella trama del tempo che duella con se stesso recitando una poesia senza parole.

Dal nulla nasce tutto, una nuova filosofia che nella danza mette le sue radici. Da qui nasce “Neti-Neti” che ora propone il suo discorso. L’uomo e la donna. La passione e il distacco. La luce e L’ombra. La musica e il silenzio. Un alternarsi di contrasti, una poesia che si completa a vicenda dove i due opposti della realtà vanno a chiudere il cerchio della vita… oppure è solo una fiaba che ora gioca con degli sguardi incantati facendoli vagare in un teatro e domani... chissà.
E’ una preghiera “Neti-Neti”, un invocazione alla vita di ogni religione voltando le spalle a quella del progresso ed abbracciando la semplicità. Non c’è spettacolo, non ci sono acrobazie, solamente dei passi scalzi… denudati di ogni aggettivo e ogni caricatura per renderli veri, reali... Solamente una pura affermazione, così come nasce la semplice domanda della vita.

Le luci si posano sui corpi con una maestria degna della mano di un grande pittore.

Delle sculture ribelli sembran aver fretta di uscire dalla propria materia sfuggendo alle mani del loro creatore che cercava di completarle.

Un ballerino cerca di danzare su una musica che sussurra di ascoltare.

Un palco che sorregge il peso di questa storia che porta il nome di Paco Décina.

Ora finalmente ci si guarda a vicenda e se ne parla contenti, ci si mette a scrivere e si scopre che per la semplicità non si hanno altre parole.

Che altro aggiungere? Che altro dire? E’ STATO BELLO...!

Voto 9 

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