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Eimuntas Nekrosius
Macbeth
Il debutto mondiale come regista lirico
Al Teatro Comunale di Firenze dal 24 novembre al 5 dicembre 2002

 




                     di Giovanni Ballerini


Maggio Musicale Fiorentino, stagione teatrale 2002 / 2003
Nekrosius con Macbeth debutta come regista lirico
Hamletas, regia di Eimuntas Nekroðius


Non c'è dubbio. L'evento di punta della stagione teatrale 2002 / 2003 del Maggio Musicale Fiorentino è sicuramente Macbeth, che dal 24 novembre al 5 dicembre 2002 segna il debutto mondiale di Eimuntas Nekrosius come regista lirico. Per l'occasione le musiche di Giuseppe Verdi vengono eseguite dall'orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Julia Jones, le scene sono del fratello del regista, Marius Nekrosius, i costumi di Nadezda Gultyaeva, le luci di Jean Kalman. Per il ruolo di Macbeth è stato scelto il baritono Carlo Guelfi. Accanto a lui ci saranno Anna Shafajinskaia nel ruolo di Lady Macbeth e Roberto Scandiuzzi in quello di Banco.

Al di là dei protagonisti, sarà soprattutto interessante vedere come Nekrosius, pur seguendo le indicazioni della musica e del libretto del melodramma verdiano, saprà innovare l'opera con la sua inconfondibile cifra stilistica.

Il Macbeth rappresentato al Teatro Comunale di Firenze (che è stato coprodotto con il Teatro Massimo di Palermo) è infatti una nuova occasione per il grande regista nato il 21 novembre 1952 a Raisenai, in Lituania, di approfondire lo scontro - dialogo fra gli elementi. Acqua, fuoco, terra sono sempre stati la base, il fulcro delle visionarie messe in scena di Nekrosius, che ha avuto la prima affermazione internazionale con quel Pirosmani, Pirosmani, che nel 1981 dedicò alla biografia del pittore naïf georgiano Pirosmanisvili. Dopo aver lavorato sui classici russi (Zio Vania e Tre sorelle di Cechov, Il naso di Gogol', Mozart e Salieri di Puškin), dal 1997 Nekrosius ha iniziato una fantastica riflessione su Shakespeare. Ed è soprattutto con questa trilogia shakespeariana (Amleto, Macbeth e Otello) che Nekrosius ci ha sedotto con le sue partiture visive che usano e fanno vivere in scena materiali originari, essenziali, che evocano sentimenti ed emozioni pure, primordiali.

La sua intuizione di introdurre elementi gestuali, suoni e sensazioni del tutto autonomi, rispetto al testo è assolutamente geniale. Anche perché questo approccio intensamente visivo, non solo non stravolge la storia, ma ne sottolinea i particolari, esalta l'energia, l'anima dell'opera. Il risultato sono fantastici spettacoli paralleli, opere ricche di risonanze simboliche, che svelano gli stati d'animo dei protagonisti e aprono nuove porte espressive e interpretative. Un coinvolgente universo creativo che riflette uno dei rari approcci davvero innovativi al teatro contemporaneo.

Voto 8 

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