Il fascino del can can e del rosso fuoco Moulin Rouge, ringiovanito e rivitalizzato con iniezioni di musica moderna remixata, ha conquistato la rinascimentale Firenze.
Fino al 22 febbraio 2004 al Saschall la compagnia torinese Accolita del Trabattello, dopo le performance di Torino e Bologna, mette in scena il musical "Les folies de Paris" inspirato al film con l'algida Nicole Kidman.
Si ride, si piange, finisce in dramma, si gioca, ci si ama, si balla, si canta.
Molto applaudite le scelte musicali di Bruno Giordana ed Emilio Rossi che, con un'operazione alla Palast Orchester, hanno trasformato gruppi come Nirvana o Queen, U2, Elton John, Beatles e Prince in liriche stoppate e ricucite da contrabbassi e tenori.
Due atti d'inno all'amore da vera favola disneyana dal finale tragico con la morte di tisi della bella Satine, la vera attrazione del locale parigino, interpretata dalla bella e brava Sara Bellantoni, una Jennifer Lopez orientaleggiante.
Da segnalare anche Andrea Montuschi nelle vesti del direttore della sala da ballo, protettore circense, mangiafuoco bonario collodiano, e per Robert Steiner nel ruolo di Cristian, il giovane scrittore bohemien inglese in cerca di fortuna ed amore all'ombra della torre Eiffel.
Bravo anche il Duca poco macho, Umberto Scida, mefistofelico nobiluomo, con la malsana idea molto contemporanea, ma forse appartenente da sempre al genere umano, che crede che tutto possa essere comprato a suon di bigliettoni, anche i sentimenti.
L'età media dei molti ballerini del cast non arriva ai trenta anni.
Le coreografie ed i costumi, così come la scenografia dove campeggia un enorme cuore centrale ed il classico mulino sulla sinistra, sono ben fatti ed azzeccati, ed anche la regia del giovane Ivan Fabio Perna esalta i protagonisti non perdendo colpi strada facendo.
Il teatro nel teatro alla Pirandello con i personaggi che siedono in platea e scendono dal palco per gustarsi lo spettacolo è l'atto conclusivo di questo stimolante progetto.
Voto
8