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  29/03/2024 - 11:47

 

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La Medium, recensione
L'opera al noir funziona davvero!
Seduce e convince la nuova versione dell'opera di Gian Carlo Menotti proposta a Jesi
Regia di Aldo Tarabella, scene, costumi e luci di Stefania Battaglia, Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Lorenzo Castriota Skanderbeg

 




                     di Giovanni Ballerini


L'opera La medium di Menotti: presentazione
L'opera La medium di Menotti: recensione
The medium, la trama, la storia, i personaggi
L'opera La medium di Menotti: gallery fotografica


Oltre il noir c'è di più. Anche in campo operistico. Suspense, magia musicale e arte scenica si fondono alla perfezione in quella piccola - grande perla di Gian Carlo Menotti, che abbiamo ammirato in scena al Teatro Studio San Floriano di Jesi sabato 20 e domenica 21 dicembre 2003. La Medium (Menotti, 1946) è infatti un esempio eclatante della grande attualità di buona parte del repertorio operistico del 900 e del gradimento che lo stesso suscita nel pubblico (applausi a scena aperta), quando un progetto viene portato in scena con creatività e innovazione/rispetto della tradizione.

Ma partiamo dall'inizio: la suspense è effettiva, palpabile, in questa nuova versione de La Medium (targata Opera Bazar), che ha il pregio di coinvolgere il pubblico con un'atmosfera (scenica e drammaturgica) da thriller e un impatto musicale trascinante. In questo lavoro non esiste la consuetudine, lo scontato o l'appena impostato. Tutto si muove secondo una prospettiva corale che, dal punto di vista spaziale, musicale, drammaturgico e sostanziale, fa interagire alla perfezione tutti i soggetti collegati alla scena. Anche la platea.

La regia di Aldo Tarabella ha infatti il pregio di esaltare l'espressività, la flessibilità, il ritmo degli artisti in scena, insinuando trame teatrali persino nei gesti dei musicisti, che dietro la velatura di un tulle nero fanno anche da sfondo dinamico all'azione.

La protagonista, Ida Maria Turri è davvero credibile nel ruolo di Baba; deliziosi i duetti fra il soprano Natalia Valli (Monica) e il sorprendente mimo Emanuele Belfiore (perfetto per il ruolo di Toby), ma anche i tre clienti della medium (Mirela Cisman, Gerardo Spinelli e Monica Carletti) si propongono al pubblico con grande personalità.

Merito di un'abile regia, dicevamo, ma anche di una scenografia tanto curata (e innovativa) da non essere invasiva: il risultato è un luogo metamorfico in cui le luci scolpiscono stati d'animo e l'allestimento distrugge l'imbalsamazione da palcoscenico. La scenografa Stefania Battaglia (che firma anche le luci e i costumi) è riuscita in questo lavoro a far recitare davvero anche lo spazio scenico: il suggestivo contenitore (la Chiesa di San Floriano) e una pedana - scultura (con passerelle e congegni luminosi) strutturata in più direzioni, che avvolge il pubblico, che costringe e accompagna l'azione, fornendo di volta in volta ai protagonisti l'opportunità di dilatare (o stringere) la teatralità del gesto. Il tutto andando perfettamente a tempo e quindi esaltando le dinamiche musicali dell'opera, affidate per l'occasione all'Orchestra Filarmonica Marchigiana. L'ensemble, guidato con grande personalità da Lorenzo Castriota Skanderbeg, ha seguito a meraviglia le indicazioni del maestro, che con gesti secchi e decisi ha diretto i suoi musicisti al centro del climax ideale (e gustosamente noir) dell'opera.

Il risultato è un lavoro di evidente modernità, in cui il rigore musicale si specchia (e si avvantaggia) nell'interdisciplinarietà dei linguaggi.

Peccato che la XXVI stagione lirica del Teatro Pergolesi abbia inserito lo spettacolo fuori Abbonamento. Ma, vista la qualità del progetto e il gradimento del pubblico, non ne dubitiamo, troveremo sicuramente La Medium, come evento centrale della programmazione 2004 di altri enti lirici, di teatri di tradizione o festival. L'importante è che il dado è tratto: l'opera al noir funziona davvero!

Voto 9 

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