Fabrizio e Nicola Valsecchi – Giorni di neve, giorni di sole, 2010
Fabrizio e Nicola Valsecchi – B. e gli uomini senz’ombra, 2004
Fabrizio e Nicola Valsecchi – La chiromante. Una profezia, 2002
Uomini senza ombra,
non invisibili (anche se in un certo senso, dentro lo
diventano), ma sicuramente senza più anima, privi di consapevolezza di se
stessi.
E’ un noir atipico, un libro
elegante per chi ama la suspence. Si legge tutto d'un fiato (e non si rimane
delusi) B.
e gli uomini senz’ombra, la seconda azzeccata creazione di Fabrizio e
Nicola Valsecchi per
Mamma editori. Come nel precedente, La chiromante, i due autori si intrecciano in una
composizione a quattro mani che ha il dono raro di affascinare e fare pensare.
Il contesto è quello di una
piccola città di provincia (M. Horizont) in cui la popolazione si annulla in
cambio della felicità promessa da uno strano pifferaio magico (il dottor B.), mentre
l’eroe di turno è un ragazzo muto che, nonostante sia un diversamente abile (e
forse proprio per questo), non scende a compromessi. E continua a testa alta la
sua avventura in questo microcosmo di esseri parlanti,
ma a quanto pare poco pensanti, che sono ricordati con l’iniziale e un punto,
come ne La Chiromante.
Non si tratta di una para – fantasy, ma di un inno alla
parola, alla letteratura, alla comunicazione: quella degli stessi Valsecchi,
che cresce di intensità pagina dopo pagina e quella
del loro eroe che, abituato a vivere nel silenzio, usa la parola scritta come scudo,
come specchio della mente. Mentre tutti gli altri abitanti
del paese, come burattini, cedono alle lusinghe del diavolo - dottor B. e vendono
l’anima (e l’ombra) in cambio di vedere realizzati i loro sogni. C’è un
simpatico manipolo di resistenti, una sorta di mini compagnia di Belleville
di pennachiana memoria, che si coagula a fianco del
giovane muto (un’ideale voce del silenzio), contro la maggioranza senza ombre e
ideali. Ma la vita per loro è dura, durissima, per
tutte le 224 pagine del libro.
Anche in questo libro, i due gemelli di
Cernobbio rendono viva, palpabile, la vita della provincia, ma si tratta in
realtà di una riuscita metafora del mondo intero, probabilmente della
globalizzazione (culturale ed economica) che spesso ci lascia senza difese,
senza energie personali e quindi nella quasi impossibilità di reagire ai trend globali del momento. Proprio come questi uomini che si fanno
sedurre dalla moda delle facili felicità lanciata dal dottor B.,
incuranti se poi la loro ombra va nell'altrove. Una parabola inquietante e fuori dal tempo, che in qualche modo, dopo aver sottolineato ancora una volta la tendenza umana all'omologazione, lascia qualche chance alla risorsa Internet, per una volta non demonizzata, ma anzi archetipo di una comunicazione in divenire.
Voto
8