Claudio Vergnani: Il 18° vampiro
Claudio Vergnani: Il 36° giusto
Claudio Vergnani: L’ora più buia
Claudio Vergnani: La sentinella
Il 18° vampiro dalla sua uscita ha costellato innumerevoli recensioni positive e un richiamo di lettori davvero eccellente, creando un caso nella letteratura di genere italiana. Ora Vergnani ci riprova con il seguito, Il
36° giusto. Le avventure di Claudio e Vergy continuano in questo voluminoso
libro dove la guerra tra i vampiri e i cacciatori si tingono di un presente
sull’orlo del collasso e se da una parte la sete irrefrenabile dei vampiri, rispecchia una schiavitù senza scampo, dall’altro gli umani ammazza vampiri sono reietti che nella loro semplice innocenza, lottano per riscattare il presente e godersi un insperato momento di giustizia. Le pagine di questo romanzo sono travolgenti, e lo scrittore
di Modena è capace di assecondare il lettore per inoltrarlo nel mondo raccapricciante di questa battaglia sotterranea per descrivere minuziosamente i particolari più crudi, per poi far scaturire il suo lato horror nel disegnare
visioni di corpi straziati e ferite sanguinanti.
Uno scenario macabro, dove i vampiri sono bestie dominate da istinti primordiali ridotti
a corpi deformi e putrescenti e la loro insanabile sete è l’atto di una
disperazione impulsiva che si avverte anche sotto la pelle degli umani in maniera palpitante, ma decisi ad ogni costo nel portare a termine le loro missioni. La struttura muta in maniera rilevante, perché non c’è più una storia unica, ma storie autoconclusive legate fra loro, che hanno un sapore nostalgico verso i serial televisivi degli anni ottanta. Se la prosa di Vergnani si involve in alcuni passaggi, con dialoghi a volte ridondanti e troppo insistiti, dall’altra sfoggia un umorismo volgare incline ad un paesaggio gore accelerato
nelle sue forme narrative, forse troppo esasperato nei diversi richiami all’interno della trama. Certo le battute ripetitive e le metafore colorite funzionano per sottolineare il passaggio di alcuni momenti drammatici, ma lungo
le 528 pagine del romanzo si avverte un eccesso d’utilizzo. Il 36° giusto si dirama attraverso due macro storie che si intrecciano a vicenda e funziona a dovere il finale che rimanda ovviamente ad un terzo capitolo della saga, ma se
la coesione complessiva latita e non ha l’epos tragico del primo libro, dall’altro lo scrittore modenese prova un altro percorso narrativo, improntato prontamente sul genere con le sue citazioni e topos caratteristici per rilasciare un divertimento lugubre ma vitale nel rappresentare le sorti maldestre di questi cacciatori di vampiri alla ricerca di uno scopo che dia a loro un senso per vivere. Un
assaggio godibile e dal piacere di lettura irrefrenabile nel seguire questa saga di provincia di vampiri assettati e di umani sconfitti dalla vita che ben presto diventerà un classico della lettura horror italiana.
Voto
7½