L’ultima Colonia, terzo volume della bella serie di fantascienza militare Old Man’s War, e avviato da Morire
per vivere e Le brigate fantasma.
John Perry e Jane Sagan, ex
soldati delle Forze di Difesa Coloniale, hanno rinunciato alla vita militare e
ai loro corpi geneticamente modificati per vivere come Amministratori del pianeta di Huckleberry . La loro tranquillità viene, però, interrotta dalla visita del Generale Rybicki, che propone a entrambi di diventare responsabili del governo di Roanoke, una nuova colonia umana. L’approdo non è Roanoke bensì un altro pianeta da dove i due ( esche, loro malgrado, necessarie alla messa a punto di un piano di guerra ) dovranno attirare le astronavi del Conclave, una federazione di razze extraterrestri con l’obiettivo di limitare
l’espansione della specie umana nell’universo. Le flotte aliene, una volta individuati i nuovi insediamenti terrestri, provvedono ad evacuarli
e, se i coloni fanno resistenza, li eliminano. Oramai per l’Unione Coloniale la situazione è diventata insostenibile: il Conclave deve
essere annientato, anche a costo della carneficina degli abitanti di Roanoke.
A differenza dei due romanzi precedenti, in L’Ultima
Colonia Scalzi mette in secondo piano le scene d’azione e dei
combattimenti spaziali, e si concentra di più sui contraccolpi che i
giochi della politica e del potere hanno sui personaggi. Centrale è
infatti la riflessione sull’imperialismo attuato dall’Unione
Coloniale, che pur di rafforzare maggiormente la propria influenza, ignora il
benessere delle popolazioni che dovrebbe invece rappresentare. Scalzi costruisce un romanzo
coinvolgente, abile nel mettere in scena i personaggi in un contesto
perfettamente disegnato dalla sua scrittura sapiente e scorrevole, che ammalia
il lettore, anche se il finale arriva troppo in fretta e non convince appieno.
Voto
7
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