Javier Márquez Sánchez
La festa di Orfeo
Un romanzo suggestionato dal cinema della Hammer
Gargoyle Books, Collana Nuovi Incubi, pp.292, € 17,00
|
|
Uno scrittore come Sánchez, che ha alle spalle esperienze come giornalista ed esperto di musica rock, misurarsi con le regole narrative di un romanzo è stato una sfida galvanizzante. Come ogni scrittore iberico che si rispetti, l’horror si misura con l’exploitation e le colorazioni di genere si stemperano i sobbalzi emotivi e svolte inaspettate. Il cinema centra e come sempre le suggestioni s’incarnano in personaggi amati da tanti cinefili che danno smalto ad una storia che minaccia seriamente la noia e stupisce. Il tutto ha inizio con la raccapricciante strage di Longtown. Centinaia di bambini sono stati mutilati ed esposti come piramide umana in un villaggio. Il governo britannico è in forte agitazione nel pieno del 1956, l’esercito e l’intero staff di Scotland Yard si muovono in un’indagine articolata, guidata da Andrew Carmichael, ispettore dalle indubbie doti investigative e dal suo braccio destro Harry Logan.
Intanto in quel periodo una piccola casa cinematografia, la Hammer,
decide di puntare sul cinema horror e mette in lavorazione una nuova versione di Frankestein, per la regia di Terence Fisher. A vestire i panni del mostro Peter Cushing, ma per entrare realisticamente nella parte e saper incutere terrore agli spettatori, dovrà seguire un percorso tutto speciale e per questo l’attore si farà assistere dal professor Aberline, eminente storico, esperto di aspetti antropologici e religiosi, e da lord Meinster, demonologo e grande esperto di tutto ciò che ruota intorno al maligno. A questo punto l’inchiesta dell’investigatore Carmichael si sposta a Londra, nuovo scenario di delitti, e coinvolge anche Cushing e i suoi eminenti tutori, che li porterà dritti verso una misteriosa pellicola del cinema muto, intitolata per l’appunto La fête du Monsieur Orphée.
Un romanzo vorticoso nel sapere amalgamare sapientemente le diverse derive narrative che si intrecciano al suo interno, lasciando una piacevole sensazione di brivido nell’incalzante andatura degli eventi, conducendoci alla fine dei giochi con astuta maestria e immutato piacere per una lettura spigliata e godibile.
Voto
7
|
|
|