Fabrizio e Nicola Valsecchi – Giorni di neve, giorni di sole, 2010
Fabrizio e Nicola Valsecchi – B. e gli uomini senz’ombra, 2004
Fabrizio e Nicola Valsecchi – La chiromante. Una profezia, 2002
I Valsecchi sono due autori che mangiano il tempo, nel
senso che, fin dal libro d’esordio, hanno dato l’impressione di saper carpire (e
rappresentare) con chiarezza l’immaginario (ma anche il senso) dei tempi che
viviamo. A metà strada fra il mistery e la fantasy, il loro primo ottimo libro,
che nel 2002 li ha consacrati fra i migliori protagonisti emergenti del noir
italiano, contiene infatti a ben vedere più di una
metafora contemporanea. Non saranno Stephen
King, ma bravi e un po’ magici, i gemelli Fabrizio e Nicola
Valsecchi lo sono di sicuro. Lo dimostra la bontà dell’azzeccata favola nera “La chiromante. Una
profezia”, con cui i due fratelli – scrittori hanno fatto capolino
nell’editoria, sottolineando immediatamente di
possedere un talento innato nella scrittura a quattro mani, un bel ritmo
narrativo e anche qualche inquietante pulsazione premonitrice. Se infatti non si tratta della solita leggenda metropolitana,
risulta difficile spiegare infatti solo come una semplice coincidenza che un
manoscritto arrivato alla casa editrice (Mamma
editori) l’11 settembre 2001, cioè nel momento in cui veniva dato l'annuncio dell’attacco alle torri gemelle, contenga la
frase “…due aeroplanini si staccano dalla giostra e vanno a colpire le torri
del castello stregato...”
Se è successo davvero si tratta di una casualità agghiacciante, che in realtà
c’entra poco o nulla con questo romanzo breve che scorre bene e avvince, evocando
l’ultima nebbiosa notte di un luna park di provincia. Atmosfere rarefatte, pulsioni
magiche, ritratti di personaggi al lume di candela, quasi degli schizzi
tracciati a carboncino per sottolineare una penombra
inquietante. Uno scenario visionario ideale per consentire all’arcana e
avvenente chiromante protagonista della storia di colpire al cuore le debolezze
di ogni suo interlocutore. Alla chiromante bastano
poche sibilline parole per liquidare i suoi clienti, mentre l’atmosfera
narrativa rimane sospesa, in una sorta di quiete / non quiete
prima della tempesta, prima che gli elementi si scatenino. Il risultato è una
favola noir senza tempo, che i due gemelli di
Cernobbio (sul lago di Como), rendono viva, palpabile, tracciando
attraverso questa sorta di metafora della provincia, un ritratto a tinte fosche
del presente in cui la chiromante dà vita ai nostri
incubi nascosti, esprime a pieno l’incertezza che un po’ caratterizza tutto il
mondo moderno, sfrutta l’allegoria per parlare della morte, della fine. Niente
male per un debutto.
Voto
7 +