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  26/04/2024 - 16:58

 

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Francesco Danti
La figlia del fotografo
Curato da Baldacci Balsamello M, Editore Ibiskos Editrice Risolo, 2008
Collana Minimal, ISBN 8854604771, ISBN-13 9788854604773, pagine: 236

 




                     di Tommaso Chimenti


Tutto è troppo carico nelle pagine de “La figlia del fotografo” (Ibiskos, 230 pp, 11 euro), secondo romanzo del pratese Francesco Danti dopo il “Trenta giorni di gesso” del ‘06. Ogni frase, ogni periodo trabocca di iperbolismo, esonda di goliardia eccessiva. I personaggi di Danti sono macchiette descritte forzatamente come cartoni animati, in un continuo, e stancante, dialogo tra lo scrittore e il lettore che fa perdere, a singhiozzo, il filo della narrazione. Da una parte stereotipi di maestre acide e pornostar incallite e baristi legnosi, dall’altra si avventura in un tratteggio di figure quanto meno irreali: furgonisti latinisti, scienziati pazzi, un muratore (stile Mario Bros) che abita nel cervello del protagonista. Danti cerca sempre di generare la risata, si percepisce che disperatamente la vuole provocare a tutti i costi. E poi i nomi: Timoteo, il protagonista che vuole dare una sterzata alla propria vita trasferendosi in una piccola cittadina del nord come insegnante in una scuola elementare, Odoardo, Annibale, Nello, Venceslao, Orsola, Odessa, Zita, Eloisa, Gelindo, Adalgisa, Basilio, Fariseo, Alfiero, Remigio, Amulio, Stenio, Silverio, Temistocle. E non potevano mancare Orfeo e Euridice. Un po’ troppo. Sembra un manuale, un insieme di consigli di vita, un prontuario di mosse, regole di una via Crucis, i comandamenti delle sacre scritture, come un bugiardino di un medicinale: “Come vivere meglio, consigli per l’uso, non agitare”. I riferimenti culturali hanno quella dose di nazional popolare che sfocia nel qualunquismo fino a farsene vanteria. Le citazioni vanno da “Il Corvo” a Francesco Nuti, Verdone e Mario Brega, Il Milionario e Michael J. Fox, Dan Brown e Lucarelli, intrisi di troppa televisione, di cinema trash, di musica commerciale. Fino all’elogio di Federico Moccia: “Lo ringrazio per aver avvicinato alla lettura tanti ragazzi”. Come diceva la maestra a scuola: fuori tema. Imperdonabile quando scrive: “Ho una bottiglia di Chianti nel frigo”.

Voto 5 

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