Esperimento di verità
Timbuctù
Lulu on the bridge
Da sempre Paul Auster, classe 1947, si
è dimostrato uno scrittore capace di cogliere le piccole cose senza importanza
che, talvolta, nella vita sogliono ripetersi, cristallizzandosi in coincidenze
apparentemente incredibili. Una delle opere più note del narratore newyorchese s’intitolava
appunto La musica del caso, ed il suo primo romanzo, Città di vetro
(contenuto ne La trilogia di New York) prendeva avvio proprio da un
numero di telefono sbagliato, una strada coincidenza che si ripeteva tre volte,
trasformando infine un tranquillo autore di gialli in un estemporaneo detective
privato. Auster – già sceneggiatore di Smoke e Blue in the face,
regista di Lulu on
the bridge ed autore recentemente di Timbuctú – nel corso degli anni ha continuato ad
annotare queste curiosità forse insignificanti ma che istillano il dubbio che il senso della vita, in
qualche modo, sia riposto proprio in questi indecifrabili concorsi di eventi:
tutto sta nell’avere l’occhio (e la penna) allenato a coglierle. L’autore
americano ha scritto la prima raccolta di microracconti (Il taccuino rosso)
nel 1992, aggiungendone in seguito altre tre (Perché scrivere?, Denuncia
di sinistro e Vuol dire niente): le ha poi riunite in questo Esperimento
di verità, che per l’appunto, attraverso il fil rouge dei
ventiquattro microracconti in esso contenuti, costituisce un esperimento
curiosamente affine agli esperimenti canonici di fisica o di chimica. La scommessa di Paul
Auster è dimostrare come paradossalmente la realtà di tutti i giorni abbia
una sua logica interna ed impenetrabile, a prescindere dai nostri sforzi per
razionalizzarla. Questa raccolta di aneddoti e stranezze occorse ad Auster o ai
suoi amici e conoscenti mostra insomma come il senso della vita sia riposto
proprio nelle coincidenze prive di significato immediato ma degne d’esser
raccontate. Come, ad esempio, una monetina lanciata dalla finestra si perda per
strada per essere ritrovata più tardi allo stadio, o come un prigioniero in un
campo di concentramento ed il suo custode si ritrovino quarant’anni dopo per il
matrimonio dei figli, divenendo amici inseparabili, o infine come due amici
smettano di vedersi perché le rare volte che s’incontrano si forano le gomme
dell’automobile. Troppe
coincidenze? Sarà un caso, ma le cose sono andate esattamente così, chissà
perché... Paul Auster, Esperimento di verità, Torino, Einaudi,
2001; pp. 85
Voto
7+