300
Watchmen
Se
pensate di acquistare un biglietto per 300 e vedere di conseguenza
un film epico sull’antica Grecia e sulla battaglia delle Termopili in
particolare, forse dovreste rivedere un po’ le vostre attese, o rischiate di
restare delusi. Tralasciando il dettaglio del tutto accessorio che anche Troy, pur essendo
tratto dall’Iliade, non era nient’altro di più che una rivisitazione
fumettistica e eccessivamente banalizzante del poema omerico, è d’obbligo
precisare che 300 nasce come l’omonima graphic novel, realizzata
da uno dei più fulgidi talenti dagli anni Ottanta in qua, ovvero quel Frank
Miller che già si è visto trasportare sul grande schermo le atmosfere pulp
del suo Sin City
con una certa efficacia. Nel film di Zack Snyder la storia si ripete:
dimenticate Sparta, dimenticate gli Spartani, dimenticate come poteva essere il
passo delle Termopili nel 480 a.C. e dimenticatevi tout court come sia
fatto il cielo sopra la vostra testa. In 300 l’ambientazione è
rigorosamente computerizzata e volutamente falsata per ricreare in qualche modo
i cromatismi delle tavole di Miller: lo stesso ha fatto il cast degli spartani
al completo, re Leonida davanti a tutti, che pare un reazionario amante del body
building e della perfetta forma fisica più che il mitico capo di un’antica
città. La storia è nota: il sovrano Serse, che vuol conquistare il mondo come
tutti i cattivi alti due metri e dall’aspetto decisamente stravagante, ha in
vista la sottomissione della Grecia: purtroppo per lui Leonida è
caratterialmente contrario ad inginocchiarsi davanti a qualcuno e, nonostante
abbia corrotto ad arte i sacerdoti per impedire l’intervento dell’esercito
spartano, si ritrova comunque davanti un manipolo di trecento coraggiosi che
hanno accompagnato il loro re al passo delle Termopili, dove l’angustia del
campo di battaglia consente al piccolo esercito greco ivi riunito di resistere
alle immense milizie persiane. A Sparta la bella moglie di Leonida tenterà
inutilmente di convincere la città ad inviare l’esercito in supporto al marito;
tutto ovviamente congiurerà ad una sconfitta d’indiscutibile valenza simbolica,
materializzatasi peraltro grazie al più classico dei tradimenti, neanche Serse
ne avesse avuto davvero bisogno: l'esempio di resistenza degli irriducibili trecento guerrieri di Leonida resterà scolpito
negli annali e porrà le basi della futura vittoria dei Greci. Tutto molto
fisico, coreografico, calcolato al millesimo di secondo e tremendamente pulp:
la quantità di arti mozzati, teste decapitate e fiotti di sangue che 300 regala
una sequenza dietro l’altra regge il confronto con Kill Bill vol. 1,
tanto per dare un’idea; nulla ci viene risparmiato e quasi tutto risulta
estremamente brutale, a cominciare dal tipico urlo d’assenso dei trecento
indomiti spartani ad ogni ordine del loro re. Nonostante il messaggio di
sottofondo blandamente reazionario e la violenza profusa a fiumi, non è male la
sequenza iniziatica in cui il giovane Leonida diventa un guerriero inducendo un
lupo a combattere su un terreno che gli consentirà di vincere – ovvio
parallelismo con la scelta di Leonida adulto di attendere i persiani al passo
delle Termopili –. Si può tentare, ma lo spettacolo è scolpito con l'accetta e dunque vivamente sconsigliabile
ai minori…
300, regia di Zack Snyder, con Gerard Butler, Vincent Regan, Lena Headey, David Wenham; azione/avventura; U.S.A.; 2007; C.; dur. 1h e 56’
Voto
6-
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