Il giardino delle vergini suicide
Lost in Translation - L'amore tradotto
Marie-Antoniette
Somewhere

L'ultima fatica di Sofia Coppola, figlia d'arte del grande Francis e fulgido talento del nuovo cinema americano, è uno sguardo a trecentosessanta gradi sulla vita dell'attore Johnny Marco, un tipico prodotto dello shobiz hollywoodiano. Johnny risiede nel leggendario Chateau Marmont Hotel, che ha ospitato nugoli di attori, cantanti e artisti vari, e vive ogni giorno una vita esagerata a base di corse in fuoriserie, alcool, sedute abbronzanti, festini erotici, serate di gala, costantemente assediato da folle di fan urlanti, una vita artificiale, insomma, in cui gli affetti reali latitano e un torpore malinconico amalgama ogni minuti al successivo. A spezzare questa noiosa routine a cui Johnny si è placidamente assuefatto arriva un bel giorno Cleo, la figlia adolescente nata da un matrimonio ovviamente finito nel divorzio. La necessità di occuparsi della figlia induce il protagonista a riflettere sul senso delle cose in generale e in particolare a riconsiderare la sua vita da una diversa prospettiva. I due peraltro fanno insieme un viaggio in Italia, dove Johnny Marco deve ritirare un premio televisivo in un trionfo di pacchianeria che ben descrive la realtà italiana del piccolo schermo. Che dire? Somewhere è perfetto nel suo raccontare una non-storia di una non-vita di una stella di Hollywood come tante, ambientata in un non-luogo dorato e artificiale quale Hollywood, appunto. E in questo senso il film è impeccabile, niente da eccepire. Somewhere a sorpresa si è anche aggiudicato il  Leone d'oro al miglior film dalla giuria presieduta da Quentin Tarantino nell'ambito del Festival di Venezia 2010. Da vedere, col rischio di chiedersi quale sia il senso riposto di tutto ciò una volta giunti ai titoli di coda... perché probabilmente troverete Somewhere interessante, problematico e profondo, ma al tempo stesso anche lento e poco immediato.

Voto 7