American Beauty
Era mio padre
Jarhead
Revolutionary Road
American Life
Estate
1990: dopo un serrato periodo di addestramento, il giovane marine Anthony
Swofford (“Swoff” per i compagni) è pronto a seguire le orme del padre,
reduce dal Vietnam, prendendo parte alla prima Guerra del Golfo,
nell’operazione denominata Desert Storm. Attraverso un tirocinio militare
mentalmente durissimo Swoff è diventato un vero “Jarhead”, epiteto per marine
più o meno equivalente a “testa di barattolo”: sarà per il caratteristico
taglio di capelli dei marines, o forse perché il barattolo è un contenitore
vuoto da riempire con qualcosa? Magari attraverso un lavaggio del cervello che
induce i soldati a ripetere orgogliosi in coro “Non sono niente senza il mio
fucile, il mio fucile è niente senza di me”. Forse. Fatto sta che il tiratore
scelto Swoff dovrà aspettare per lunghe, tediose e taglienti giornate l’arrivo
del nemico iracheno dall’indistinta macchia del deserto bianco all’orizzonte,
tra la sorte gli affiderà un solo colpo da sparare contro un bersaglio umano,
per impedirgli di premere il grilletto subito dopo. In attesa del nemico che
non c’è può capitare di passare il tempo alternandosi tra una partita di
football in maschera antigas, una fumosa sorveglianza ai pozzi di petrolio in
fiamme, una macabra perlustrazione in una colonna d’auto con viaggiatori
carbonizzati, i classici soprusi gerarchici, i supposti tradimenti di mogli e
fidanzate con i “Jody”, i civili che non hanno gli attributi per fare la
guerra. Sam
Mendes ha ben presente Full Metal
Jacket di Stanley Kubrick ed arriva a citare testualmente Apocalypse Now di Francis Ford Coppola,
ma con Jarhead –
ispirato ad un libro di memorie di un reduce dal Golfo, bestseller in patria – cerca di compiere un piccolo significativo
passo in avanti nel cinema di genere: i suoi ragazzi addestrati all’odio e
assetati di sangue infatti non spareranno una sola pallottola, nonostante
sarebbero quasi disposti a sfidare la corte marziale per premere il grilletto
contro un bersaglio umano. Un film che
riesce ad aggirarsi in modo originale tra gli archetipi del genere, un viaggio
ondivago negli abissi della guerra immaginata, marcato da un’efficace colonna
sonora e da una fotografia allucinata. Da non perdere.
Jarhead, regia di Sam Mendes, con Jake Gyllenhaal, Jamie Foxx, Peter Sarsgaard, Jacob Vargas, Skyler Stone, Wade Williams, Katherine Randolph, Chris Cooper; drammatico/bellico; U.S.A.; 2005; C.; dur. 2h e 3’
Voto
7½
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