Il guerriero Camillo - Recensione
Il guerriero Camillo – Altro parere
Commedia sexy

Per Claudio Bigagli, già apprezzato come attore nel cast di Mediterraneo, questo film segna l'esordio alla regia, con una storia dai toni favolistici e delicatamente surreali. Protagonista è il quarantenne Camillo, sempre intento a costruirsi elmetti e spade di legno: almeno apparentemente muto, vede il mondo rigorosamente in bianco e nero e vive giocando un ininterrotto ruolo di cavaliere errante. Quando i suoi anziani genitori adottivi, proprietari di un teatrino di marionette, muoiono, le vicende lo costringono a una fuga avventurosa nel luogo per eccellenza delle quêtes dei cavalieri di ventura: un bosco, pieno di ombre minacciose, un albero squarciato da un fulmine che pare un nemico invincibile, un albero luminoso e tintinnante nella notte più buia, un dirupo, nel quale Camillo finisce fatalmente per cadere. Al risveglio sono tornati i colori, Camillo può parlare, sembra 'normale' a tutti gli effetti: si è svegliato dal sogno che lo tormenta fin da bambino - un castello, una dama in fuga da minacciosi cavalieri, un nano, un mago, forse un altro tempo -. Il guaio è che il risveglio nella realtà fa venire la tentazione di riaddormentarsi di nuovo, percorrendo il cammino inverso. Ed è proprio questa l’intuizione, semplice e così ricca di significato, alla base de Il guerriero Camillo, un film non completamente riuscito ma al quale Bigagli è riuscito ad imprimere la leggerezza di un fiocco di neve. L’happy ending arriva implacabile ma in modo coerente alla trama.

Voto 6+