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Far East Film 10. Il bilancio
Un festival nella walk of fame internazionale
Superata la soglia dei dieci anni e dei 50 mila spettatori. La star è la sexy Sato Eriko
Johnnie To, Wai Kai Fai e il dream team della Milkyway hanno simbolicamente ringraziato il festival, che si è tenuto a Udine dal 18 al 26 aprile 2008

 




                     di Matteo Merli


Far East Film 10, 2008
Far East Film 10, il bilancio dell'edizione 2008


Il Far East passa la soglia dei dieci anni. Questa edizione 2008 si è dimostrata davvero piena di belle sorprese e la riconferma di una vitalità festivaliera mai doma: superata la soglia dei 50 mila spettatori raccogliendo anche il maggior numero di adesioni della manifestazione: 1100 presenze da una decina di paesi (dagli Stati Uniti alla Repubblica Ceca), senza dimenticare i quasi 200 giornalisti e i 42 rappresentanti di festival internazionali (il bookshop, vale la pena di sottolinearlo, ha venduto circa 1500 pezzi tra libri e Dvd, con picchi di preferenza per i nomi cult come Miike Takashi e Johnnie To). Bella immagine da ricordare è l’emozionante sorpresa con cui Johnnie To, Wai Kai Fai e il dream team della Milkyway hanno simbolicamente ringraziato il festival, primo artefice occidentale della loro rivalutazione, donando a Sabrina Baracetti ( Presidente ) e Thomas Bertacche ( coordinatore del festival ), un’effige di cristallo con impresse le mani di To e Wai, in perfetto stile walk of fame, assieme alla scritta «Per celebrare dieci anni di amicizia con Far East Film». Giunto oramai ad occupare i primi posto tra i maggiori eventi cinematografici internazionali, Il Far East, oltre a dare una enorme visibilità al bel centro cittadino di Udine, dimostra una passione genuina per la cultura dell’Estremo oriente, senza gerarchie di sorta, ma lasciando libero il campo ai generi, alle opere underground, che stimola il pubblico vario e sempre più vasto che ogni anno arriva nel capoluogo friulano. Quest’anno l’Audience Award ha visto trionfare il Giappone con tre film: il piccolo capolavoro Gachi Boy (presentato in anteprima europea), l’eccentrico road movie Adrift in Tokyo e la commedia nera Fine, Totally Fine. Il Black Dragon Award, novità di quest’anno, ha invece registrato la vittoria di Johnnie To, con il thriller Mad Detective, seguito, ancora una volta, da Fine, Totally Fine e, al terzo posto, da Crows – Episode 0, che ha segnato il ritorno di Miike Takashi. Riassumendo i punti salienti del festival, possiamo dire dell’attenzione rivolta all’ hongkonghese Pang Ho-cheung, presente con il film a episodi Trivial Matters, e ai suoi primi cortometraggi derivativi del modello poliziesco, targato Hong Kong. La selezione giapponese è stata di tono minore, e non ha convinto appieno il focus dedicato a Miki Satoshi, una delle poche eccezioni è stato Funuke di Yoshida Daihachi, con la star sexy Sato Eriko. Deludente anche la selezione malese e divertente quella thailandese per le sue derive tra i diversi generi. La Corea del sud, ha presentato pellicole convincenti come Black House di Shin Terra, con una bella figura di assassina psicopatica a cui una delle vittime, il marito, continua a riservare il proprio amour fou. The Guard Post di Kong Su-chang rievoca l'individualità divisa della guerra alla Corea del Nord trasferendo il conflitto tutto all'interno, fino al culmine di un autodistruzione di ideali e speranze. E Our Town di Jung Kil-young è un altro horror di doppi, in ambientazione stile americana, di una provincia che dietro le mura quotidiane cela dei segreti criminali. La retrospettiva dedicata a Shin Sang-ok, è stata una piccola scoperta, riguardante uno sguardo d’autore assorbito alle modalità del neorealismo nostrano. Quello che invece si è scoperto, è lo stato di grazia del cinema filippino, che ha presentato due opere curiose: Resiklo, diretto da Mark A. Reyes: un sogno destabilizzante nel ricreare un aurea hollywoodiana in una cornice di pensiero alla Ed Wood; l’altro è Altar di Rico Maria Ilarde, un esoterico viaggio in cui la morte è il sacrificio per ottenere l’amore di una vita. Un grande contenitore, Il Far East, che ci permette di fare nuove scoperte, lasciando nella memoria di noi spettatori, dei bei ricordi.

Voto 9 

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