The Cell
Biancaneve

No, non è il capolavoro di David Hand del lontano 1937, la prima pietra miliare d'animazione della Disney: si tratta invece dell'ultima fatica del regista indiano Tarsem Singh, già autore di The Cell, una rilettura della celeberrima fiaba dei fratelli Grimm, un soggetto ultimamente molto gettonato, dato che a luglio uscirà anche la versione dark del collega Rupert Sanders, interpretata da Charlize Theron e Kristen “Twilight” Stewart. La storia è quella che tutti, grandi e piccini, conosciamo da sempre: alla morte del buon re la perfida matrigna della giovane principessa Biancaneve diventa padrona assoluta del regno e rinchiude la figliastra nei meandri del palazzo reale. Nonostante questo, la ragazza trova il modo di far innamorare a prima vista un facoltoso principe di passaggio, così la regina cattiva, cui la figliastra ormai contende la palma di più bella del reame, ordina la morte di Biancaneve che, risparmiata dal sicario, trova asilo nella casetta di un gruppo di sette simpatiche canaglie di taglia molto, molto ridotta che vivono nella foresta vicina. Saranno proprio i sette nani a spingere la giovane protagonista a lottare con la matrigna per riconquistare quel trono che le spetta di diritto, insieme ovviamente all'amore dell'affascinante principe, nel frattempo adombrato dalle arti magiche della cattiva della situazione. Quest'ultima, secondo copione, indosserà infine i panni della terribile strega per distruggere la bellezza dell'algida figliastra. A parte un finale a sorpresa che sterza molto dalla storia che tutti conoscono, niente di nuovo brilla sotto il sole nella versione di Tarsem Singh: dall'intramontabile fiaba dei fratelli Grimm il regista ha tratto una commedia di marca fantastica che sembra trovare nel brio degli interpreti e nelle trovate in computer grafica - soprattutto nella versione liquidamente arcana di uno specchio magico che è il trionfo del doppio - i principali punti d'interesse, cui si aggiunge un pizzico di Bollywood in un finale che sfiora apertamente il kitsch. Nel cast spicca la presenza di una Julia Roberts insolitamente perfida e brilla la Biancaneve di Lily Collins, ispirata a Audrey Hepburn e progressivamente sempre più cool. Si può provare, a patto di sospendere l'incredulità e lasciarsi trasportare sull'onda della fantasia.

Voto 6½