Nel variegato panorama indie rock i Wilco del cantante e compositore Jeff Tweedy
ormai costituiscono una certezza per lo zoccolo duro degli estimatori del
gruppo di Chicago, nella cui formazione militano attualmente il bassista John Stirratt, il chitarrista Nels
Cline, il batterista Glenn Kotche, il polistrumentista Pat Sansone ed il pianista Mikael Jorgensen.
Dal 1994 la band si alterna tra progressive
rock, folk e sperimentazioni varie, senza mai sbagliare un colpo. Non fa
eccezione neppure la loro ultima fatica, che s’intitola Wilco (The Album) e
pare adombrare fin da qui un riferimento evidente al cosiddetto White Album che i
Beatles pubblicarono nel 1968: intitolare un disco con il proprio nome, d’altra
parte, è un’evidente dichiarazione d’intenti, l’annuncio di un disco-manifesto.
E in effetti le undici canzoni di Wilco (The Album),
sesto disco di studio del gruppo, mantengono simili attese: il disco si apre
con una canzone emblematica come Wilco (The Song), in
cui Jeff Tweedy si rivolge direttamente al suo
pubblico, e si chiude con un gioiello quale Everlasting,
che evoca non poco le più malinconiche atmosfere del Lennon solista. In mezzo a
questi vertici la tracklist presenta non poche meraviglie,
come la struggente nostalgia che traspare da Deeper
down, la leggerezza ombrosa ed insostenibile che
colora One wing, o le ipnotiche sperimentazioni
elettroniche di Bull black nova, la splendida ballata You and I (dove Tweedy duetta con la
stella dell’alternative pop canadese, la seducente e intensa Feist), la
ruspante solarità di You never know,
l’avvolgente Country disappeared, l’intimistica Solitaire, interpretata davvero in punta di piedi, o infine
il dittico di ballate costituito da I’ll Fight e dall’ariosa Sunny Feeling. Le abbiamo citate tutte,
perché se qualcosa manca a Wilco (The Album), sono proprio i riempitivi. Un gran bel disco, da assaporare con ascolti ripetuti ad libitum.
Voto
8