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  24/04/2024 - 20:20

 

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Scanner - musica
 


Francesco Tricarico
Giglio
Una musica strana, personale ed emozionante
[Sony/Bmg 2008]

 




                     di Paolo Boschi


È un bel personaggio Francesco Tricarico da Milano, classe 1971, o almeno così lo definirebbe il suo collega Lorenzo Cherubini da Cortona in arte Jovanotti che, dopo i primi passi discografici di Tricarico gli offrì di aprire le sue esibizioni dal vivo. Verrebbe da aggiungere l’aggettivo “particolare” a voler definire nel modo più appropriato Francesco Tricarico, e molto particolare (ed assai personale) era non a caso il singolo di lancio del 2000, Io sono Francesco, di chiara ispirazione autobiografica, una canzone toccante e profonda ma al tempo stesso orecchiabile, addirittura sorprendentemente capace di scalare la classifica italiana dei singoli. Dopo le collaborazioni eccellenti con Jovanotti e Celentano (è di Tricarico l’ultima ‘celentanata’ della serie, La situazione non è buona), il cantautore milanese è tornato ad emozionare Sanremo con il singolo di lancio di Giglio, ovvero Vita tranquilla, interpretata con qualche stonatura all’Ariston, ma capace comunque di aggiudicarsi il premio della critica. Questa canzone rappresenta in modo esemplare la musica di Tricarico, spesso ingenua, a tratti quasi naïf, talvolta in grado di clamorose accelerazioni o addirittura di sterzate in direzione dialogica: musica strana, personale ed emozionante, che riesce a tratteggiare quadri di umanissima realtà. Vita tranquilla potrebbe essere l’altra faccia di un brano storico come Vita spericolata a partire dal titolo, dato che ne rovescia il narcisismo di fondo aprendo insostenibili squarci di attesa nei confronti del domani, della possibilità di cambiare, di gioire, di vivere. Il tutto con un refrain che, dopo un paio di volte, arpiona letteralmente l’immaginario dell’ascoltatore. Tricarico è questo: un artista capace di emozionare e d’intrigarci in modalità scanzonate: le altre dieci canzoni di Giglio completano ed integrano a meraviglia Vita tranquilla, che nella tracklist è preceduta dal brioso scherzo di Oroscopo e seguita dalla gemma riposta del disco, la bella Eternità, che racconta un amore e l’attesa di un bimbo. A ruota l’album continua a spiazzarci con l’energia quasi infantile di Pomodoro, per poi stordirci con una canzone sentimentale piena di citazioni floydiane come Cosa vuoi adesso? Non è finita perché è nella seconda parte che Giglio gioca alcune delle carte migliori del mazzo: prima di tutto la ritmata e intrigante Ghiaccio, quindi una ballata hard rock a pronta presa come Fili di tutti i colori, poi una canzone che sembra uscita dal repertorio del primo Celentano, Il mio amico, nostalgica e riflessiva, a seguire Gigliobianco, un ludibrio punkeggiante sull’incontro che ti cambia la vita, infine la conclusiva Libero, ingenua ed incalzante, quasi a chiudere il discorso all’insegna dell’energia. Non è certo un personaggio di tendenza Tricarico, ma un disco come questo è semplicemente sorprendente per le tematiche non immediate e la varietà musicale delle canzoni. Peraltro le umanissime storie raccontate tra un brano e l’altro acquistano definizione un ascolto dopo l’altro. Vivamente consigliato.

Francesco Tricarico, Giglio [Sony/Bmg 2008]

Voto 7 

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