 Tangosuite
Tangherie arrabalere
Forever Tango
Festival del Film Etnomusicale 2000
Festival del Film Etnomusicale 2001
Il tango è Epica popolare, sentimento romantico, riflessione sul tempo e mille altre cose, nessuna delle quali si vede" (Marco Castellani)
C'è un termine tipicamente argentino, esquina, che propriamente significa incrocio, cantonata; ma è anche un'unità di misura. Se chiedete dov'è la tale strada il bonaerense vi risponderà: tre esquinas avanti, due a destra, ecc. Cesar Stroscio, uno dei più grandi suonatori di bandoneon, pneuma vitale del tango, ha chiamato così il suo gruppo. Non a caso perché il tango è incrocio, ibridazione di culture diverse, ma rischia anche di divenire colossale cantonata. Come misurarlo? Come aveva infiammato la Francia del primo dopoguerra pare adesso ritornare in auge con gran forza. E se prima erano le Mistinguette a farsene portavoce adesso sono alcuni tra i più accreditati concertisti classici, da Gidon Kremer a Yo Yo Ma fino a Barenboim e via seguitando. Il bello di questa musica che è anche sensuale ballo, intreccio di corpi e ammaliante malinconia sonora, sta proprio in questa sua inafferrabile essenza, tra kitsch e autentica cultura popolare, tra cerebrale snobismo e carnale foia. La selezione affascinante proposta dal Festival del Film Etno musicale cerca di offrire uno spaccato attendibile (e inedito in Italia) per capire questo fenomeno ormai di moda, che vede nascere scuole di tango ovunque, nonché un rigoglio editoriale, discografico e cinematografico inaspettato. Lo fa con film eccezionali come "Sus ojos se cerraron", storia di un sosia di Gardel, la cui somiglianza con l'adorato cantante di Caminito lo trascina in incredibili vicende nelle quali, come in un libro di Soriano, i temi del falso e dell'imitazione rincorrono una fondamentale assenza di valori. Sempre sul lato della finzione il bel film di Saura, tessuto di passione e tradimento con sfumature intellettuali, o "Las Veredas de Saturno", controcanto al più famoso "Tangos" di Solanas: anche qui argentini a Parigi ma è Arolas il protagonista e la musica, straordinaria, è di Rodolfo Mederos, anziché di Piazzolla. Su quest'ultimo una vera chicca è "Ritmo di tango", firmato da Rosalia Polizzi, che documenta l'incontro con Borges e con Gerry Mulligan. Interessantissimi i documentari: "Al corazon" di Mario Sabato, figlio dello scrittore Ernesto, un "album di famiglia degli argentini" nel quale figura la meravigliosa voce di Adriana Varela a fare da guida tra immagini dei più famosi interpreti di tango, ma anche "El Fuye", biografia del maestro di Piazzolla, Anibal Troilo. Più orientati sulla danza "Tango bayle nuestro", allucinato reportage immaginario alla ricerca degli ultimi malati di Milonga come "El abrazo" indaga la storia dei più celebri ballerini attraverso materiale d'archivio.
Per tutta la durata del festival la bella mostra fotografica di Lucia Baldini, partecipato fissaggio di attimi irripetibili degli esegeti, musicisti e ballerini, di quella metafisica della sconfitta che è appunto il tango. Ma anche gli incontri curati da chi scrive, performance dal vivo dei tangueros della scuola di Patricia Mueller e per ristorarsi cibi giapponesi, perché è nel paese del sol levante che il tango è rinato.
Voto
8
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